Capita, a volte, che le persone parlino solo perché, come si dice, hanno la lingua in bocca: che il loro discorrere sia quindi vano, poco costruttivo. Inutile. Per di più senza neanche la consapevolezza di ciò che vanno dicendo .
E poi ci sono quelli che – più o meno coscientemente – sparlano, fanno delle parole un’arma per ferire, offendere, denigrare, disturbare, ingannare; per vomitare addosso agli altri le loro sofferenze, memorie, credenze . LE LORO PICCOLEZZE MENTALI .
Le parole dette esprimono il LORO veleno emozionale, scaricano le LORO frustrazioni di gnomi bonsai , ma, purtroppo ,come secondo effetto possono toccare, negativamente, anche gli altri.
Quindi, piuttosto di un parlare che distrugge, alimenta il conflitto, esaspera gli animi, non porta da nessuna parte, meglio zittirsi: non è rinuncia, non è assenza ma, anzi, scelta. Il silenzio diventa d’oro: spazio possibile per trovare nuove parole, altri stati d’animo, “impeccabili”, e così una diversa potenza creativa.
MA QUESTE ULTIME SONO CONSIDERAZIONI TROPPO ALTE PER I FRUSTRATI DAL CERVELLO ASSENTE
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