venerdì 1 agosto 2025

SOLDI NOSTRI BUTTATI IN ALBANIA : LA CORTE UE DA TORTO ALL'ITALIA

 



«Uno Stato membro non può designare come paese di origine “sicuro” un paese terzo che non soddisfi, per talune categorie di persone, le condizioni sostanziali di siffatta designazione». Lo ha stabilito questa mattina la Corte di giustizia dell’Unione europea. 

Significa che la normativa europea, come avevano correttamente sostenuto i magistrati romani della sezione specializzata in Immigrazione e della Corte d’appello, non ammette la designazione di sicurezza in presenza di eccezioni per categorie di persone. Significa anche che la lista italiana dei paesi sicuri è quasi interamente nulla, dal momento che è zeppa di esclusioni per gruppi sociali. 

Per ultimo significa che non si possono applicare le procedure accelerate di frontiera ai richiedenti asilo originari di quegli Stati. Dunque non possono essere detenuti durante l’iter di esame della domanda di protezione internazionale: né in Italia, né nei centri in Albania. 

Almeno fino a giugno 2026, quando il patto Ue su migrazione e asilo entrerà in vigore cambiando le regole, a Gjader non potrà essere trasferito nessun richiedente asilo. L’attesa sentenza letta questa mattina dal presidente della Corte di Lussemburgo Koen Lenaerts non lascia spazio a dubbi. Il governo italiano ha avuto torto sin dall’inizio, in tutta la vicenda del protocollo. 

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