venerdì 12 gennaio 2024

MINISTRO MELONI SI OPPONE ALL'ESTRADIZIONE IN ARGENTINA DI PRETE CONDANNATO PER CRIMINI AI TEMPI DEL DITTATORE VIDELA

 


Don Franco Reverberi, il sacerdote della diocesi di Parma accusato di diversi crimini compiuti in Argentina durante la dittatura civico-militare del 1976-83, non sarà consegnato alle autorità argentine per essere processato.

A riferirlo è l'onlus 24marzo.it, spiegando che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto per motivi di salute il 10 gennaio l'estradizione in Argentina del sacerdote che era stata concessa dalla Cassazione.

Nel provvedimento il capo del dicastero di via Arenula evidenzia che "la perizia medico-legale disposta dalla Corte di Appello di Bologna ha concluso nel senso che 'le attuali condizioni di salute di Reverberi sono compatibili con il trasferimento in Argentina', limitando l'accertamento alle condizioni di salute compatibili con la possibilità di effettuare un viaggio aereo intercontinentale, omettendo tuttavia di valutare l'esistenza di gravi rischi che potrebbero scaturire dalla procedura di estradizione globalmente intesa".


Don Franco Reverberi, il sacerdote della diocesi di Parma accusato di diversi crimini compiuti in Argentina durante la dittatura civico-militare del 1976-83, non sarà consegnato alle autorità argentine per essere processato.

A riferirlo è l'onlus 24marzo.it, spiegando che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto per motivi di salute il 10 gennaio l'estradizione in Argentina del sacerdote che era stata concessa dalla Cassazione.

La conclusione, che giustifica il rigetto della richiesta di estradizione, è che va considerato "complessivamente l'impatto medico-legale della procedura sulle già precarie condizioni di salute di Reverberi, anche in ragione dell'età estremamente avanzata di costui e della conseguente probabile prospettiva di non fare più ritorno in territorio italiano, impatto da cui deriverebbe un rilevante stress psicologico tale da integrare un ulteriore fattore di rischio con riferimento alle verificate patologie cardiologiche da cui lo stesso è affetto".

Nel provvedimento il capo del dicastero di via Arenula evidenzia che "la perizia medico-legale disposta dalla Corte di Appello di Bologna ha concluso nel senso che 'le attuali condizioni di salute di Reverberi sono compatibili con il trasferimento in Argentina', limitando l'accertamento alle condizioni di salute compatibili con la possibilità di effettuare un viaggio aereo intercontinentale, omettendo tuttavia di valutare l'esistenza di gravi rischi che potrebbero scaturire dalla procedura di estradizione globalmente intesa".

La richiesta di estradizione era stata promossa dallo Stato argentino. Reverberi era cappellano ausiliare dell'ottava Squadra di esplorazione alpina di San Rafael, a Mendoza, accusato di atti commessi nel Centro di detenzione clandestina noto come La Departamental.

Il parroco è accusato di aver assistito a numerose torture alle quali erano sottoposti i prigionieri del regime di Videla prima di essere uccisi e fatti scomparire, nonché all'omicidio nel 1976 del 20enne peronista Josè Guillermo Beron, tuttora disperso. Il religioso uscì dall'Argentina nel 2011, quando a Mendoza si stava svolgendo il primo processo per crimini contro l'umanità e le testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari hanno cominciato a indicare le sue responsabilità.

La decisione del ministro è giudicata “gravissima” dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. Una scelta che “dovrebbe riempire di vergogna non solo perché ha sconfessato la decisione della Cassazione e del tribunale di Bologna rigettando l'estradizione, ma anche perché conferma come questo Governo non prenda le distanze dalle dittature fasciste che hanno lacerato l'America Latina”.

 Il Governo, a partire da Nordio, martedì prossimo, "dovrà rispondere in Aula del 'no' all'estradizione di chi si è macchiato di crimini con la dittatura, anche perché sia il Tribunale di Bologna che la Cassazione avevano verificato che Don Reverberi non soffre di alcuna patologia al contrario di quanto scritto da Nordio nelle sue motivazioni, che assumono così carattere politico".

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