RU486, basta disinformazione! La sanità pubblica deve essere laica e deve assicurare alle donne procedure moderne e basate sulle evidenze scientifiche. In questi giorni è in corso una vera e propria campagna di disinformazione che attribuisce rischi inesistenti alla RU486, la pillola utilizzata per l’aborto farmacologico. Questa campagna trova eco in diverse regioni governate dal centrodestra (Umbria, Marche, Piemonte, Lombardia e Abruzzo), in una escalation di atti e prese di posizione che si pongono in aperto contrasto con le nuove linee di indirizzo del Ministero della Salute pubblicate nello scorso agosto. Ma non basta: ad oltre 6 mesi dalla loro pubblicazione, la gran parte delle regioni non ha ancora recepito le nuove linee di indirizzo ministeriali, e in molte parti del nostro paese l’accesso alla IVG farmacologica continua ad essere praticamente impossibile, un vero e proprio percorso ad ostacoli. Le nuove linee guida ministeriali, che hanno aggiornato le precedenti (di oltre 10 anni fa), allineano il nostro paese alle procedure in uso in Europa e raccomandate dall’OMS e dalle principali società scientifiche internazionali, ed assicurano alle donne la possibilità di ricorrere ad una procedura sicura ed efficace, anche in regime ambulatoriale, nei consultori e negli ambulatori ospedalieri. Ciò permette una de-ospedalizzazione in assoluta sicurezza che riduce anche, in tempi di pandemia SARS CoV-2, i rischi di contagio legati agli accessi ospedalieri. Ancora una volta, con la scusa di falsi timori per la loro salute, si vuole attaccare il diritto delle donne alle scelte riproduttive e all’autodeterminazione. PER QUESTO CHIEDIAMO UN INTERVENTO DEL GOVERNO E DEL MINISTERO DELLA SALUTE AFFINCHE’:
Amica
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