giovedì 18 ottobre 2018

SELL'AUTOBUS : " SEI NERO ,NON SEDERTI VICINO A ME ! "




Era salito su un pullman flixbus per andare a roma a trovare degli amici un giovane di colore che per mantenersi lavora per una ditta che monta forni - Stava per sedersi quando una donna gli ha detto : " sei nero e di un'altra religione , non sederti vicino a me " Il giovane di 25 anni si è messo a piangere , ma ha avuto la forza di rivendicare il suo diritto avendo regolare biglietto - Chiamati i carabinieri una donna ha scambiato il posto col giovane per placare la razzista .
La testimone Elena Liriti che ha denunciato il fatto su FB  scrive .

Flixbus con partenza alle 22.00 da Trento direzione Roma.
La corriera arriva puntuale, salgo, mostro il biglietto all’autista e vado a sedermi al mio posto pronta per il lungo viaggio. Assieme a me salgono anche altre persone, tutte puntualmente seguono il mio stesso iter e si siede. Tra queste persone sale pure Mamadou, un ragazzo senegalese di 25 anni. Mamadou dopo aver mostrato il biglietto all’autista si dirige al suo posto, fa per sedersi quando... “qui no. Vai via, vai in fondo.”. Ad esclamarlo è quella che dovrebbe essere la sua vicina di posto: una signora italiana verso la quarantina con capelli rossicci.
Questa donna si rifiuta di farlo sedere motivando più volta perché di colore e perché “di un’altra religione”. Io rimango incredula seduta incapace (e me ne scuso) di intervenire, la signora sbraita, il ragazzo piange.
Ma come si dice “al peggio non c’è mai fine” perché il peggio arriva: viene chiamata addirittura la polizia! Il ragazzo continua a piangere, è stanco.
La polizia arriva e fortunatamente tutto si risolve spostando di posto il ragazzo, facendolo sedere vicino a me, e che vicino alla signora si sedesse Anna. 

Ora sono qui, a metà viaggio con il ragazzo vicino. Si chiama Mamadou, ha 25 anni, è nato in Senegal ma vive da 15 anni a Bolzano. Lavora da qualche anno con orari e ritmi molto pesanti: monta i forni per un’azienda locale. Mi ha detto con gli occhi lucidi che è stufo, che è stanco di questa cattiveria, che lui non voleva fare nulla semplicemente andare a Roma come tutti noi a trovare un suo amico. “credimi, non faccio nulla di male. Non sono cattivo. Voglio solo sedermi e riposare perché sono stanco.”.
Quando a scuola leggevo di Rosa Parks e degli autobus con posti riservati vedevo quella società lontana anni luce dalla nostra e mi dicevo “per fortuna ora non è così”. Quanto accaduto oggi su questo flixbus mi fa rattristisce, mi fa tornare indietro a quei tempi e mi fa capire che forse non siamo mai cambiati, che non c’è fine alla cattiveria umana.
Un ragazzo normalissimo, con i propri sogni, con la voglia di imparare bene l’italiano e di mettersi in gioco, proprio come me.
(Al giorno d’oggi è la cosa più facile da fare puntare il dito contro uno “diverso”, c’è chi fa propaganda solo sul razzismo.)
Siamo davvero finiti in un modo così?
Stiamo tornando indietro, forse è questo il cambiamento di cui tanto si parla in giro.



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