Abbiamo fatto una piccola ricerca che dimostra come l’affermazione della segretaria del PD sia ampiamente confermata dai fatti.
Condividete e fate girare.
1) Interferenze e pressioni sulla RAI
-20–21 aprile 2024. Cancellato in RAI il monologo del 25 aprile di Antonio Scurati; opposizioni e sindacati parlano di censura. Meloni replica: “questione di soldi”. La conduttrice Serena Bortone legge comunque il testo in onda.
-6 maggio 2024. Sciopero nazionale dei giornalisti RAI: Usigrai denuncia “controllo asfissiante” e tentativo di ridurre la RAI a megafono del governo.
-Maggio 2023. Fabio Fazio lascia la RAI: caso simbolo del riequilibrio politico imposto all’azienda.
-Aprile 2024. Amadeus se ne va: diverse testate parlano di pressioni politiche, RAI smentisce.
-Nomine 2023. Nuovi direttori ai tg (Chiocci al TG1), interpretati come segno di indirizzo politico.
2) Querele e campagne contro la stampa
-Causa di Meloni contro “Domani” per articoli del 2021: il procedimento continua anche da premier, poi ritira una querela nel 2024.
-Querela a Roberto Saviano, arrivata in aula nel 2023–2024: simbolo delle pressioni legali sulla libertà d’espressione.
-Luglio 2024. Giornalista condannata a risarcire 5.000 € a Meloni per un post del 2021: il caso riaccende il dibattito sull’effetto intimidatorio delle querele.
-Attacchi a “Report”. Serie di querele e accuse politiche; lo sciopero RAI del 6 maggio cita la trasmissione come caso emblematico.
3) Delegittimazioni pubbliche
-30 luglio 2024. In conferenza stampa in Cina, Meloni attacca Repubblica, Domani e Il Fatto: i sindacati parlano di “attacchi alla stampa non allineata”.
-Maggio 2024. La RAI definisce “fake news” le critiche dei giornalisti in sciopero: Fnsi e Usigrai denunciano un tentativo di screditamento.
4) Pressioni economiche
-Dicembre 2024. Polemiche sui fondi pubblici all’editoria: la Fieg parla di “attacco al pluralismo”. Anche qui la leva economica viene usata in chiave politica.
5) Allarmi internazionali
-Reporter senza frontiere e altri osservatori segnalano un peggioramento dell’Italia nell’indice mondiale di libertà di stampa (2024–2025), per interferenze politiche e norme “bavaglio”.
In sintesi:
Il rapporto tra Meloni, la destra e la libertà di stampa è segnato da una progressiva riduzione dell’autonomia giornalistica, attraverso leggi “bavaglio”, controllo politico della RAI e uso dissuasivo di querele e delegittimazioni.
Non è ancora censura diretta -come forse piacerebbe a qualche esponente dell’estrema destra - ma un sistema diffuso di pressioni e intimidazioni che restringe il pluralismo, alimenta autocensura e conformismo mediatico, ed espone chi non si allinea a violenza morale e minacce sempre più gravi.
Enrico Rossi -
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