domenica 20 luglio 2025

-- Il governo Meloni vuole cambiare le regole: la prescrizione sui salari non pagati diventa un condono

 


Nel cuore dell'estate un emendamento al decreto ex Ilva - che dovrebbe occuparsi della crisi industriale di Taranto - rischia di riscrivere in silenzio uno dei principi fondamentali del diritto del lavoro: la tutela delle retribuzioni non corrisposte. 

A firmarlo è Salvo Pogliese, deputato di Fratelli d'Italia e relatore del provvedimento, che dovrebbe ruotare solo attorno alla crisi industriale della città pugliese. Ma che, invece, introduce una norma destinata a incidere su centinaia di migliaia di lavoratori.

Il testo prevede che i crediti da lavoro - ovvero tutte le somme dovute dal datore e previste dalla legge o dal contratto collettivo, dagli straordinari alla tredicesima - si prescrivano in cinque anni anche in costanza di rapporto. Si tratta di un cambiamento radicale. Finora, per tutelare i lavoratori da possibili ritorsioni, la prescrizione partiva solo dopo la cessazione del rapporto. In altre parole, si dava al dipendente la possibilità di agire solo una volta lasciato il proprio posto di lavoro.

Non solo. L'emendamento introduce anche un termine di decadenza: dopo la messa in mora del datore con diffida scritta, il lavoratore ha 180 giorni per fare causa. Se non lo farà, perderà ogni diritto a reclamare quanto gli spetta. Nessuna mediazione, nessun passaggio conciliativo. Solo l'obbligo per il lavoratore di esporsi, con il rischio di essere licenziato.




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