Il verbale e la multa
Il piccolo stava tornando dalla piscina lo scorso 2 maggio, quando, imboccata via Da Vinci, si è scontrato con un camion che ostruiva parzialmente la pista ciclabile. Nessun ricovero, solo qualche escoriazione e tanta paura. Il papà, presente al momento dell’incidente, ha avvisato la polizia locale per segnalare quanto accaduto.
E proprio da quel momento è iniziato un paradosso burocratico che ha dell’assurdo. Due mesi e mezzo dopo, infatti, il genitore riceve un verbale: non per il camion fermo dove non doveva, ma per la condotta del figlio.
L’accusa? Violazione dell’articolo 141 del Codice della Strada, per “non aver impedito che il minore commettesse la violazione”, cioè per non aver fatto in modo che il bambino evitasse l’ostacolo, pur essendo questo “prevedibile”.
La sanzione ammonta a 38,45 euro, scontati del 30% se pagati entro cinque giorni. Il padre, incredulo, ha comunque deciso di pagare, ma non senza chiedere chiarimenti via PEC al Comando della Polizia Locale e al sindaco di Lainate, . «Mi chiedo il senso di una sanzione del genere – afferma al Corriere – soprattutto considerando che il camion era parcheggiato sulla pista ciclabile, in pieno divieto. Nessuno, al momento della mia segnalazione, mi ha parlato di una possibile multa. Riceverla dopo tutto questo tempo, senza spiegazioni, è surreale».
La vicenda solleva interrogativi pesanti sulla logica con cui si applicano le regole: davvero un bambino di otto anni che cade in bici è responsabile quanto – o più – di un camionista che ostruisce una pista ciclabile? E davvero un padre attento, che si preoccupa di segnalare l’accaduto, si ritrova punito dallo stesso sistema che dovrebbe proteggerlo? Intanto, il camion in sosta vietata non risulta multato.( leggo )
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