La Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) esprime «profonda preoccupazione per la sospensione dei finanziamenti federali statunitensi ai programmi di salute pubblica nazionali ed internazionali, specie nel settore della prevenzione e cura delle malattie infettive».
Questa decisione, sostiene una nota della Società scientifica, «mette a rischio milioni di vite nei Paesi più poveri e vulnerabili, compromettendo i progressi nella lotta globale alle malattie infettive e alla prevenzione delle pandemie».
Il blocco dei fondi USAID ha già causato la chiusura di Centri clinici e l’interruzione di programmi fondamentali per l'infezione da Hiv e Aids, per la tubercolosi e per la malaria, osserva la Simit. E il ripristino della cosiddetta “Mexico City Policy”, che blocca i finanziamenti federali statunitensi alle Ong, limita gravemente l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, mentre il congelamento di finanziamenti alle Istituzioni federali come il National Institute of Health (NIH) e il Center for Disease Control and Prevention (CDC) ostacola la ricerca scientifica e la prevenzione delle epidemie.
«In un momento in cui la salute globale dovrebbe essere una priorità condivisa, decisioni come queste sono inaccettabili e mettono a rischio anni di progressi» avverte Roberto Parrella, presidente Simit. «Tagliare i finanziamenti alla cooperazione sanitaria internazionale non solo penalizza i Paesi più fragili – aggiunge - ma rappresenta una minaccia per la sicurezza sanitaria di tutti».
Ulteriore preoccupazione desta l'ordine esecutivo impartito ai CDC sul ritiro degli articoli scientifici in fase di pubblicazione per rimuovere termini considerati “non conformi” dalla nuova amministrazione USA, «configurando un esempio di interferenza politica sulla scienza e sulla salute pubblica».
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