domenica 8 gennaio 2023

Dieci ore di attesa in pronto soccorso con polmonite bilaterale e tosse feroce. 85enne chiede di essere dimessa: «Voglio morire a casa»

 



ERACLEA-VENEZIA - Tutto è iniziato quando la donna è stata inviata dal proprio medico al Pronto soccorso per una sospetta polmonite.
 Accompagnata dalla figlia all'ospedale di San Donà verso le 12, la donna è stata sottoposta subito alla Tac. «I medici le diagnosticano una polmonite bilaterale  per questo le è stato consigliato il ricovero immediato, vista anche l'età della signora e la forte tosse di cui soffriva. L'anziana viene quindi portata in astanteria in attesa di salire nel reparto di Medicina, mentre la figlia attende fuori».

«L'anziana ha una tosse secca e chiede dell'acqua , ma nessuno avrebbe avuto il tempo per dargliela. Più volte la figlia ha chiesto di poter vedere la madre ed eventualmente assisterla per quello che serviva, ma il personale sanitario l'ha rassicurata dicendo che la mamma era sotto il loro controllo e doveva solo attendere la chiamata dal reparto di Medicina».

Alle 22 la svolta. «L'anziana sfinita dalla tosse e disidratata prosegue Simonetta Marcolongo - ha chiesto di andare a casa. In pratica si è autodimessa dicendo di voler morire a casa. La domanda è semplice, ma dov'è finita la dignità

di una persona malata che si sente parcheggiata in un angolo, ma anche quella del personale sanitario che lavora per ore ad un ritmo insostenibile». Ed è su questo fronte che vengono sollecitati dei provvedimenti. «Quella che stiamo vivendo conclude l'esponente del Partito democratico è diventata una situazione insostenibile per tutti. In quel Pronto soccorso c'erano tanti anziani e bambini costretti a lunghe ore d'attesa, sfiniti e senza un'alternativa. Il personale sanitario è invece apparso rassegnato ad una realtà che non cambia. Mi chiedo se è questa l'eccellenza veneta.!

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