venerdì 24 luglio 2020

SOLIDARIETA' A MONIA MONNI ....GRANDE !

Toscana, la consigliera del Pd al collega di Forza Italia: "'Stai bona' a me non me lo dici..." - Il Fatto Quotidiano

FIRENZE -Come volevasi dimostrare potrebbe essere il titolo di questo video che sta diventando virale. Durante il Consiglio regionale della Toscana la consigliera del Pd Monia Monni, che  sta parlando di diritti delle donne e di parità di genere, si rivolge al consigliere di Forza Italia Marco Stella per ammonirlo in seguito a una frase detta. «Ma stai bona a me non lo dici proprio» è la  reazione della Monni, che sottolinea queste parole come la dimostrazione che c’è la necessità di garantire più diritti alle donne.

Alcuni fanno notare che la frase completa contenga una espressione pleonastica " stai bona ...a ME  non ME lo dici ...." .
Bene la risposta della consigliera Monia Monni ....ma l'italiano ?
La consigliera parlando così , oltre a schiaffeggiare il maschilista di turno , ha parlato correttamente .!

«È forse opportuno approfittare di quanto ha scritto Francesco Sabatini sotto il numero uno della sua risposta per spiegare la ragione di quel costrutto che scandalizza molti come un volgare errore di grammatica e che pochi tuttavia riescono ad evitare quando parlano: "A me mi pare...", "A me mi piace..." ecc. Sulla scorta di certe grammatiche i più lo dichiarano grecamente un pleonasmo, cioè uno di quei riempitivi o ridondanze o ripetizioni a cui l'enfasi del parlante si sente trascinata.
E infatti è in bocca alla vecchia cui Renzo chiede consiglio sulla strada per Gorgonzola che Manzoni, nel cap. XVI dei Promessi Sposi, mette la battuta "A me mi par di sì". A guardar bene, però, non si tratta di una ripetizione, la quale implica identità con l'elemento ripetuto, né di un riempitivo, il quale implica superfluità e inutilità. Qui si avverte bene che il primo pronome, tonico, ha più forza del secondo, atono, quindi ha un valore diverso
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Prima, dunque, di misurare e giudicare tutta la lingua col metro di una grammatica del discorso logico, bisogna pensare che accanto ad essa c'è anche la grammatica del discorso affettivo, ad una grammatica del parlato accanto a quella dello scritto. O meglio, c'è una lingua sola, ma che adempie funzioni comunicative ed espressive diverse, di tutte le quali una grammatica moderna deve render conto, guidando lo scolaro a distinguerle e ad usarle nei contesti opportuni.»( Accademia della Crusca )


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