martedì 8 ottobre 2019

SINDACO LEGHISTA DI PAVIA NEGA LA STRADA PER IL FESTIVAL DEI BAMBINI

Bambini che giocano

PAVIA-Dovevano esserci i gessetti colorati, i tamburi, i giochi da tavolo, le fiabe, ma anche attività per imparare a riciclare gli oggetti in modo originale, la capoeira e i più classici scacchi, subbuteo e rompicapo.
A Pavia, cardo e decumano, fino al ponte Coperto, con tutte le stradine annesse, si sarebbero trasformati in un gigantesco circuito del gioco dell’oca, con tappe in sei piazze della città. All’ombra del Duomo, della chiesetta di San Marino, sotto la Cupola Arnaboldi, i bambini e i genitori si sarebbero potuti fermare ai banchetti e alle postazioni, divertirsi e vivere la città in un modo diverso dal solito.
Invece no. La regola che ha dato le coordinate per l’organizzazione di tutte e quattro le edizioni del festival di giochi di strada “Giocanda”, è sempre stata: “Giocanda non si comanda”.
Quest’anno, però, la giunta leghista di Fabrizio Fracassi ha scelto di infrangere il comandamento d’oro dell’evento per bambini che avrebbe portato attività ludiche e di intrattenimento per i vicoli e le piazze della città il prossimo sabato, 5 ottobre. Il suo “no” ha chiuso le strade alle famiglie pavesi e alle 35 associazioni che avevano dato il loro contributo per l’organizzazione della giornata dedicata ai giochi in città. Solo una delle tante occasioni in cui i gruppi pavesi si sono rivelati più di una rete.
Rifiutato il patrocinio, il comune ha dato anche un parere negativo al nulla osta richiesto dalla Onlus Uildm a nome di tutte le altre associazioni che hanno preso parte all’organizzazione dell’evento: per gli ideatori del festival, sostenere il costo autonomamente sarebbe stato impossibile. «Tali attività non risultano completamente allineate con le proposte socio-culturali previste in seno ai vari assessorati coinvolti», è stata la motivazione della giunta in un primo momento in risposta alla richiesta di patrocinio avanzata dall’associazione Liberisaperi, che ha dato il via al festival.( da Il Manifesto )

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