giovedì 8 febbraio 2018

Ex sindaco chiede le dimissioni della sindaca LEGHISTA che insulta chi ricorda le vittime dei campi di concentramento

La nuova Piazza Galvanigi di Gazzada

GAZZADA SCHIANNO ( VA ) -“Basta che un uomo odi un altro perché l’odio vada correndo per l’umanità intera” (Jean-Paul Sartre).
Comincia così una lettera di Cristina Bertuletti.
Che dire? Poteva esserci un autogol più clamoroso? Dovrebbe leggere e rileggere la frase con cui ha scelto di aprire la sua lettera per motivare un’uscita scellerata sul genocidio più vergognoso della storia, proprio nel giorno della ricorrenza.
Se per la signora Bertuletti il Giorno della Memoria altro non è che uno spunto per prendersela con i suoi avversari (politici e no), per me, ex amministratore del paese, e per i cittadini di Gazzada Schianno resta un momento di riflessione per non dimenticare mai fin dove l’odio può portare.
Un odio che la signora Bertuletti non teme di diffondere in ogni occasione. Lo fa su tutti i suoi profili social (mi dispiace, ma un amministratore deve mantenere un atteggiamento decoroso nel pubblico e nel privato: la forma è spesso anche sostanza) e lo fa spesso anche in eventi ufficiali. Come dimenticare che ha autorizzato, promosso e sostenuto, con il rischio di provocare reazioni anche violente, una manifestazione organizzata da DORA, la comunità neonazista, per opporsi alla presenza dei profughi nel nostro paese. Profughi che lei si ostina ad ignorare anche se il resto della comunità li ha accolti: le associazioni del paese (Caritas, Casa di Nando) e diversi cittadini a livello individuale, lavorano da tempo per riempire le giornate dei dieci stranieri ospitati e spingerli a condividere momenti di socialità.


Io ho fatto il sindaco a Gazzada Schianno per 14 anni e per 5 sono stato vicesindaco. Mia figlia, Benedetta Minonzio, milita nelle file dell’opposizione dell’attuale consiglio comunale. Ebbene, ho l’obbligo e il dovere morale di dire che Cristina Bertuletti non può più essere il sindaco di Gazzada Schianno. Non ci rappresenta più.
Le sue esternazioni, le sue azioni hanno leso l’onorabilità del paese. Non si era mai visto quel che è accaduto nelle ore successive alla pubblicazione dell’osceno post di Facebook: hanno preso le distanze dal primo cittadino la Lega (il partito di cui fa parte), tantissimi concittadini, alcuni rappresentanti della maggioranza consigliaretutti i docenti delle scuole di Gazzada Schianno. Della sua infelice uscita hanno parlato i giornali locali e nazionali.
In quale altro modo dobbiamo farle capire che deve lasciare l’incarico che ricopre?
Noi, i cittadini ed io come ex sindaco del paese, ci aspetteremmo un ultimo gesto di buon senso. Potrà, da “libera” cittadina, esprimere le sue personalissime opinioni. Non può farlo ora, in questo modo volgare e oltraggioso. E’ a capo di una lista che raccoglie anche alcuni indipendenti eppure lei non fa mistero di simpatizzare per l’estrema destra: non erano questi “gli accordi” presi con chi l’ha votata.
Per concludere: non c’è alcuna persecuzione nei suoi confronti, signora Bertuletti, si fidi. Solo avremmo preferito che Gazzada Schianno fosse conosciuta al di fuori della provincia di Varese per ragioni più valide e nobili di un primo cittadino che spera nel ritorno di un duce “..più cattivo che mai!”” e la pena capitale per la
sindacalista Furlan (come da lei scritto tempo fa sulla sua pagina facebook).

Alfonso Minonzio ( DA VN )

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