mercoledì 28 dicembre 2016

DITO MEDIO E' MASCALZONAGGINE .PUNTO !

L'immagine può contenere: spazio all'aperto

Dito medio, segno dei tempi

Il dito medio mostrato da Giuseppe Brazzoli, direttore generale dell’Asst di Busto Arsizio, al gruppo di manifestanti davanti all’ospedale di Angera ha fatto discutere per la sua inopportunità; gesto inelegante aggravato dal fatto che si è cercato di trovare un significato diverso al dito teso al gruppo di mamme che protestava per la chiusura del punto nascite. Insomma, ancora più inopportuno ci è sembrato il tentativo di negare l’evidenza. Ma tant’è. Brazzoli ha reagito alle ingiurie e a un dissenso che ha tutta l’aria di essere strumentalizzato da fonti sindacali e politiche, a fronte dell’impegno della Regione a ripristinare la Maternità dell’Ondoli. Povero dottor Brazzoli, ci verrebbe da dire. Non per giustificarlo, quanto per comprendere il difficile, anzi, bestiale momento che sta attraversando. Gli è rovinata addosso una valanga: prima l’accorpamento delle ex Aziende ospedaliere di Gallarate e Busto Arsizio, con tutto ciò che esso comporta; poi la costruzione (ancora da definire) dell’ospedale unico; quindi il dramma criminale di Saronno, le morti in corsia, le inchieste giudiziarie, la ricerca delle responsabilità e l’esposizione mediatica; infine, Angera. C’è di che perdere la bussola, altro che dito medio alzato. Del resto, il terzo dito rivolto al cielo è oramai un’espressione che non dovrebbe più sconvolgere. Una volgarità diventata persino un’opera d’arte con Maurizio Cattelan e la sua scultura in piazza della Borsa a Milano. Arte? Certo, arte nel repentino cambio di gusti e costumi di questi ultimi decenni. Così che la Cassazione continui a ritenere il “dito” un reato a fronte di pubblici ministeri e tribunali che non lo considerano più tale. Solite contraddizioni all’italiana, che le mutazioni delle abitudini sociali manifestano in tutta la loro spiazzante evidenza. Chi ha ragione? Rispondiamo sottolineando come la volgarità è oramai sdoganata anche tv e sui giornali. Chi fa più caso a certe parole, meglio, parolacce che soltanto alcuni anni fa muovevano all’indignazione collettiva? Il medio alzato è arrivato persino in Parlamento, straordinario esempio di come evolvono i tempi, cioè in peggio. Caparezza gli ha dedicato una stravagante canzone, tirando in scena il dito medio di Galileo. E Silvio Berlusconi, citando mamma Rosa, sostiene che chi gliel’ ha mostrato in segno di disprezzo voleva solo significare che lui, Silvio, è il num. Potremmo continuare con gli esempi, ma finiremmo per diventare noiosi. L’indice mostrato in pubblico si può considerare un rafforzativo visivo del vaffa, che non scandalizza più nessuno, tranne chi vuole scandalizzarsi. O chi prova a mantenere un contegno verbale, affrancato dalle intemperanze e dal turpiloquio, ma si espone al ridicolo. Come quel nostro amico che apostrofato in malo modo e pubblicamente dalla sua giovane fidanzata, replica piccato: ma va a fa un brodo. Se pure fosse un  brodo bollente oggi non scotterebbe più nessuno. Un segno dei tempi, purtroppo.
Vincenzo Coronetti 27/dic/2016 LA PREALPINA 

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIA UN TUO COMMENTO