martedì 19 agosto 2014

DAVID GRASSI -PUNITO , MOBBIZZATO PER AVER IMPEDITO DI SCARICARE RIFIUTI OLEOSI IN MARE

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Febbraio 2002. La fregata Maestrale è diretta verso il golfo Persico, operazione “enduring freedom”. A bordo c’è l’ingegnere David Grassi. È lui ad accorgersi per primo del guasto agli impianti di trattamento delle acque di sentina. D’altronde c’era da aspettarselo: i motori della Maestrale hanno sempre goduto di una pessima fama e di avarie del genere ce n’erano sempre state. Ma pur di farsi trovare pronti all’azione e guadagnarsi un posto al sole, chi aveva la responsabilità della nave ha deciso di non farne menzione. E così, dopo qualche giorno di navigazione, i marinai si trovano la sentina piena di liquidi che non possono essere scaricati in mare perché troppo pieni di inquinanti.
La soluzione ci sarebbe: attraccare al primo porto disponibile e far intervenire una ditta di smaltimento, come impongono le regole. Ma fermarsi in porto significa perdere tempo, e col tempo si rischia di perdere anche la faccia. E prima di perdere la faccia, si comincia a pensare a qualche sotterfugio. «Ci dicevano di non preoccuparci, che avremmo sversato i liquidi in mare nottetempo» racconta David.


David a quel punto comincia a prendere nota di ogni minimo movimento in sala macchine, fotografa ogni cosa sospetta, e riferisce al comandante che in caso di azioni irregolari è pronto a riportare il tutto agli organi di stampa. Tutti si rassegnano e la nave si dirige verso il porto più vicino. E David, come premio, si prende una bella sanzione disciplinare: 15 giorni di consegna di rigore.
Da allora David si convince di essere vittima di un mobbing spietato. Tornato a terra riceve una scheda valutativa che lo dipinge come “ambiguo, poco leale, altezzoso, arbitrario”, quando fino ad allora era sempre risultato “rispettoso, amichevole, preciso, obiettivo”. E per anni, a ogni occasione, gli continuano ad essere chieste spiegazioni sull’accaduto, «e non come faccio ora con te, dove posso anche argomentare, ma sempre dicendomi: ma cosa hai fatto? Come ti sei permesso? Senza un minimo di approfondimento». Fino a quando David non ne può più e appende al chiodo la divisa.
L’unica soddisfazione David la ottiene a gennaio di quest’anno. È una sentenza del Tar Liguria che annulla il provvedimento disciplinare del 2002. Dodici anni dopo. E con un risarcimento sufficiente a pagare circa un decimo della parcella del suo avvocato.
( Corriere.it)

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