RETRIBUZIONI
RAI-TV e SPENDING REVIEW
Egregio
Direttore,
quando il dott.
Passarotti dice cose sensate e non faziose trova la mia piena condivisione. La sua lettera (n.141/10 su Varese News)
denuncia giustamente le eccessive retribuzioni di molti dirigenti (troppi per
la verità!) e di molti conduttori e partecipanti a varie trasmissioni della
RAI-TV, veramente “strapagati” da parte di un’Azienda di Servizio Pubblico
costantemente in perdita (bilanci sempre in rosso, che lo Stato deve poi
ripianare) nonostante i cospicui introiti procurati dai canoni d’abbonamento e
dalla pubblicità.
Giustamente ha
sollevato la questione l’on. Brunetta nell’intervista da Fazio (nella rubrica “Che
tempo che fa”) chiedendo che vengano rese pubbliche le retribuzioni dei
dipendenti e dei partecipanti alle varie trasmissioni: una volta tanto la dice
giusta anche lui, anche se poteva intervenire già prima. Io aggiungerei anche lo sperpero di denaro
elargito con premi di migliaia di Euro, davvero esagerati e immeritati (ed eticamente riprovevoli !) ai
partecipanti di diverse trasmissioni televisive, per lo più a quiz: nella
vicina Svizzera, ben più ricca di noi, i premi sono davvero modesti ma non per
questo le trasmissioni sono meno frequentate e seguite dai telespettatori
(dovrebbe costituire già una gratificazione la possibilità di parteciparvi,
indipendentemente dall’entità delle vincite).
Ricordo al
dott.Passarotti che un tempo la RAI-TV non era così generosa e che da quando è
entrato in campo il privato (Mediaset per intenderci) che per accaparrarsi i
conduttori e gli attori più in voga e più popolari li ha strapagati,
ha dovuto essa pure aumentare i loro compensi per stare al passo con la
“concorrenza”. Ricordate il caso di Mike
Buongiorno strappato alla RAI da Berlusconi con una retribuzione di molte volte
superiore? O quell’altro di Bonolis ?
Ben venga quindi una
“calmierazione” delle retribuzioni di dirigenti, conduttori, presentatori e
gente dello spettacolo, e mi auguro anche dei premi, nella RAI-TV, che come
Servizio Pubblico dovrebbe assolutamente tornare ad essere prevalentemente
delegata alla informazione e meno al divertimento, e sopratutto attenta al pareggio
di bilancio, senza inseguire le TV private cui andrebbero per lo più lasciati certi
programmi (costosi e spesso diseducativi !) di intrattenimento e di svago. I proventi
del canone e della pubblicità dovrebbero bastare a coprire le spese.
Varese, 15 ottobre 2013
Giovanni Dotti
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