sabato 26 ottobre 2013

FURTI IN CASA

FURTI IN CASA
chi scrive è una persona svuotata da tutti gli affetti, preziosi ricordi dal valore emotivo inestimabile, segni materiali delle tappe fondamentali di tanti  anni di vita. Sono solo una delle tante vittime di furti perpetrati dai classici ladri di abitazioni . Nulla di nuovo, insomma. Nulla di cui stupirsi. Sono passati pochi mesi  dal fatto, mesi  di silenzio e di elaborazione di quanto avvenuto. Era la fine di febbraio e la foto della camera violata era anche stata pubblicata su qualche giornale .

La mia diffidenza di trovare  un supporto e una pronta risposta è stata purtroppo confermata .  Dopo un fatto simile  ci si sente vulnerabili: hanno violato la sfera più intima dell’individuo e immediatamente emerge la consapevolezza di non essere sicuri nemmeno in casa propria. Poi arriva prepotente il momento della volontà di voler fare qualcosa. Ed è qui che si riceve lo schiaffo morale più grande. Ho chiesto pubblicamente un coordinamento tra i due vigili comunali ed i carabinieri . Senza risultato  Forse perché i furti  sono all’ordine del giorno, forse perché non ci sono abbastanza risorse per organizzare pattuglie in grado di prevenire questi fatti. Forse perché i carabinieri devono occuparsi anche di altri paesi limitrofi  Siamo quindi doppiamente impotenti: di fronte al male che ci circonda, e di fronte a un sistema di giustizia che non tutela il singolo individuo.

In verità di tanto in tanto vedo volentieri l’auto dei carabinieri percorrere le strade del mio paese , ma non basta . E i vigili urbani ?

Noi cittadini, che svolgiamo il nostro dovere di lavoratori,  contribuenti sempre più tartassati  e serviamo la nostra comunità, cosa riceviamo in cambio? Cosa fa il sindaco , l’amministrazione comunali, le forze dell’ordine? Ci sono anche i poliziotti , ma loro devono scortare gli onorevoli da 20.000 euro netti al mese  Cosa dobbiamo fare per vedere preservati i nostri interessi, i nostri valori, la nostra famiglia? Perseguire una forma di giustizia personale, forse, visto che non si può far affidamento sullo Stato nelle sue articolazioni  Attrezzarci di armi per difenderci, svolgere indagini personali o trasformare le nostre case in una sorta di prigione, per vivere una vita più tranquilla ma segregati nella propria dimora? Prigionieri in casa propria ?

I giornali riferiscono dei casi di cui i corrispondenti sono venuti a conoscenza ,ma ve ne sono molti altri ….e non è una consolazione, tutt’altro !.Ogni giorno, leggendo, mi immedesimo nelle vittime  Cosa deve succedere ancora? Deve scapparci il morto perché vengano presi provvedimenti? La mia lettera vuole essere un grido di allarme, un estremo tentativo di dare voce a quanti come me hanno subito questa violenza. Voglio giustizia ,voglio  sentirmi sicuro nel paese in cui vivo e non straniero nella mia terra o prigioniera nella mia casa.
Chiedo troppo ? Pretendo troppo ?

Andrea Bagaglio 

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