Anche
quest’anno la consigliera regionale del PD Sara
Valmaggi ci informa della infelice situazione in cui si trovano gli
ospedali lombardi in merito alla applicazione della legge 194 relativamente alla interruzione
volontaria della gravidanza .
Anche
quest’anno, come l’anno scorso, vengono forniti dati che dimostrano quali e
quanti ostacoli vengano frapposti
all’attuazione di una legge dello stato italiano .
A 35 anni dall' entrata in vigore della legge 194 , frutto di
tante battaglie , cresce il numero dei
medici, dei sanitari obiettori di coscienza , ovvero di coloro che hanno
sottoscritto il proprio no all’ applicazione di una legge dello stato italiano
.
Se all’ atto del referendum sull’ aborto la maggioranza degli
italiani aveva espresso il proprio assenso , è abbastanza inconcepibile
l’enorme divario che si risconta tra il sentire sociale e la classe medica( ed
infermieristica ) su questo argomento .
Possibile che il 70-90% dei
medici siano così religiosi da ubbidire al Papa ,prima che allo Stato .il quale ,tra
l’altro ,li mantiene ?
In realtà esistono anche motivi di carriera in quanto , si sa, che
chi si presta ad interrompere una
gravidanza indesiderata , difficilmente può fare carriera .
Per fortuna la Corte
Costituzionale , con sentenza del giugno dell’anno scorso , ha salvato la legge , dichiarando “
Manifestamente inammissibile “ la questione di illegittimità costituzionale
sollevata da un giudice tutelare di Spoleto .
Sappiamo che alcuni ospedali italiani rinunciano
all’applicazione della legge in quanto tutti medici sono obiettori
,mentre altri, come il S.Antonio Abate
di Gallarate , sono costretti
costretto a pagare un medico
esterno con un aggravio delle casse pubbliche
E le donne , già in una situazione problematica , devono
peregrinare da un nosocomio all’altro !
Il fenomeno è in crescita anche
nella Lombardia dove la sanità è appannaggio di Lega e CL –PDL
Purtroppo gli alti tassi di obiezione fanno lievitare in
modo inaudito i tempi di attesa, costringendo le persone a migrare da un
nosocomio all’altro .
Infatti i tempi di attesa tra la certificazione e l’intervento
vanno dai 15 ai 22 giorni ed oltre :inaudito !
Tutto favorisce la violenta campagna di CL tesa ad impedire
l’applicazione della legge dello stato italiano .
Altro punto negativo consiste nel fatto che i pochi medici non
obiettori sono impegnati quasi esclusivamente ad effettuare interruzione
della gravidanza ,non potendo quindi occuparsi delle altre problematiche del reparto
.
Con il pensionamento dei “ vecchi “ medici , la lista si
assottiglia ….e l’Italia potrebbe ritrovarsi al pari dell’Irlanda , ove
pochi nel novembre dell’anno scorso è
morta Savita dopo che le hanno negato l’aborto per motivi
pseudoreligiosi .
Possiamo rischiare questa regressione ?
I presupposti ahimè ci sono tutti .
Anche quest’anno la consigliera Valmaggi chiede…”che si mettano in atto alcune modifiche
organizzative
tali da portare l’obiezione al 50% “
Non possiamo che concordare con lei , ma sarebbe
utile uscire dal generico si impersonale
ed esplicitare concretamente queste modifiche , magari facendole approvare dal suo partito che
, avendo anche il capo del governo, può legiferare in merito .
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