domenica 7 aprile 2013

DON TONINO BELLO : A 20 ANNI DALLA MORTE

La Chiesa che batte i marciapiedi, un prete di strada, un parroco sociale, un Io aperto all'altro: questo è stato Don Tonino Bello e la sua vita con i suoi segni e i suoi simboli continua a riecheggiare nei propositi di chi ha desiderio di una cristianizzazione della società senza alcuna discriminazione. Umanità e cultura sono i due filoni attraverso i quali si è dibattuto mercoledì sera a Barletta con la presenza del fidato collaboratore di Don Bello Renato Basile, Don Filippo Salvo e il referente di Pax Christi di Barletta Daniele Dagostino.
Un terziario francescano che scendeva tra la gente e vedeva in ogni volto la benedizione di Dio, una benedizione quindi non solo da rendere ma anche da ricevere attraverso il contatto "volgare" con l'altro. Don Tonino Bello ha insegnato che non basta interloquire per dar vita a un dialogo costruttivo; dialogo è la forma comunicativa che si riempie di sostanza quando ci si libera dei ruoli e delle maschere facciali e questo il prete di strada lo ha messo in pratica sul territorio pugliese istituendo la casa per gli sfrattati, collaborando con le Caritas cittadine e parrocchiali di Terlizzi e Molfetta, accorrendo allo sbarco degli Albanesi l'8 Agosto del 1991 al porto di Bari (anija vlora).

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