Invece di occuparsi di una crisi industriale che riguarda 1.300 lavoratrici e lavoratori e al contempo di fare la propria parte per salvaguardare il pluralismo dell’informazione, ieri dal palco della sua kermesse la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha preferito sfoderare l’arma della più bassa propaganda politica per parlare di Gedi: attaccando un partito di opposizione, un sindacato e un articolo di Michele Serra su questo giornale che rappresenterebbe «una sinistra isolata e rabbiosa».
Anche stavolta le sue parole denotano scarsa attitudine istituzionale, visto che Meloni in teoria rappresenta tutti i cittadini di questo Paese e non solo i suoi elettori.
In più sono completamente false rispetto a fantasiosi accordi tra l’attuale editore di Gedi su Stellantis e le interviste fatte dalle colleghe e dai colleghi nel corso degli anni a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.
Ci risulta piuttosto che Meloni coltivi ottimi rapporti sia con John Elkann che con il possibile acquirente di Gedi: se proprio ritiene di potersi rendere utile visto il ruolo che ricopre, e di cui spesso si dimentica, le suggeriamo di utilizzare la sua influenza per gestire questo delicato passaggio tutelando non gli interessi — per la gran parte esteri — di grandi e ricchi imprenditori, ma delle persone che qui vivono del proprio lavoro.
Lo sfregio di Meloni, casualmente, fa il paio con il video nel quale lo stesso Elkann annuncia il rifiuto a prendere in considerazione l’offerta ricevuta per l’acquisto della Juventus. «La Juve, la sua storia, i suoi valori, non sono in vendita», sono le sue parole. Concetti che non valgono per Repubblica, la Stampa e le altre testate del gruppo di cui ha gran fretta di disfarsi. Confidiamo che la sua uscita di scena dal mondo dell’editoria sia almeno dignitosa, nel rispetto delle garanzie occupazionali e di indipendenza che non solo le lavoratrici e i lavoratori ma anche il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini gli hanno chiesto di mettere nero su bianco nelle clausole del contratto di compravendita in via di definizione.
Il Comitato di redazione
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