Alle prime ore del 2 settembre 2015, la famiglia di origine curda di Alan (riportato inizialmente dai giornalisti anche come Aylan), si imbarcò su un gommone sovraffollato da altri profughi che tentavano di raggiungere l’isola greca di Kos partendo dalla città turca di Bodrum.
La guerra durava da più di quattro anni in Siria, patria della famiglia, quando salirono su quel gommone che a pochi minuti dalla partenza si rovesciò con il suo carico di profughi. La madre ed entrambi i figli, Alan di 3 anni e suo fratello di 5, annegarono.
Di primo mattino un barista che lavorava lì vicino e un suo amico scoprirono sulla spiaggia il corpo di Alan e quello di un’altra bambina. Il primo poliziotto intervenuto per recuperare i corpi, Mehmet Çıplak, descrisse il ritrovamento come qualcosa che lo aveva “distrutto nel profondo” e di aver “sperato che il bambino fosse vivo“.
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