Dopo Giorgia Meloni, anche il ministro degli Esteri Tajani ha commentato in modo lunare la decisione della Francia di riconoscere lo Stato di Palestina.
Aggrappatevi a qualcosa, però, perché si è superato e ha superato la “donna, madre, cristiana”.
“Provo dolore per Gaza, Netanyahu non ascolta nessuno e Hamas si fa scudo con i civili” ha esordito.
A questo punto uno si aspetterebbe un (tardivo) sussulto di dignità. E invece no.
“Se ci fosse qualcosa in grado di fermare Netanyahu, l’avremmo già fatto e deciso” ha spiegato (Gasp!)
Fino all’apoteosi finale.
“Uno Stato va prima costruito e poi riconosciuto. Ad oggi in Palestina esistono due entità separate, Cisgiordania e Gaza, non esiste ancora uno Stato. Noi vogliamo che nasca, che riconosca Israele e che sia riconosciuto da Israele”.
Secondo Tajani, non si può riconoscere uno Stato perché “non esiste”.
Qualcuno lo vada a dire ai 148 Paesi membri dell’Onu che lo riconoscono ufficialmente (a cui si aggiungerà a breve la Francia) e all’Onu stessa.
E non si può perché - ciliegina sulla torta - non è riconosciuto da Israele.
Che è un po’ come dire: non possiamo aiutare una vittima di violenza se il violentatore non è d’accordo.
Signore e signori, questo è il ministro degli Esteri del nostro Paese.
Poi vi chiedete perché siamo a questo punto di abiezione e come sia stato possibile.
Da italiano provo vergogna e imbarazzo.
Imbarazzo e vergogna.
Lorenzo Tosa -
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