BARI - «La condotta posta in essere dal Volpe è da qualificarsi abusiva nella misura in cui lo stesso ha indebitamente utilizzato la posizione soggettiva di professore universitario di nota fama nel territorio di Bari, vantando la sua posizione di prestigio sociale ed economico, asserendo di avere un’influenza notevole nelle carriere degli studenti e degli assistenti universitari, tanto da poter decidere il destino dei suoi sottoposti sulla base del suo volere». E’ quanto scrive il Tribunale di Bari nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato a cinque anni di reclusione Fabrizio Volpe, professore associato di Diritto civile dell’Università di Bari, per induzione indebita nei confronti di una studentessa cui avrebbe chiesto sesso e soldi in cambio del superamento di esami universitari.
Il Tribunale ha anche dichiarato per Volpe l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre a condannarlo al risarcimento dei danni nei confronti dell’Università con una provvisionale di 30mila euro.
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