Tra gli interessi delle imprese lombarde e la sudditanza a Trump, la destra non ha dubbi su cosa scegliere.
Da settimane chiedevamo con forza un Consiglio regionale straordinario per affrontare l’impatto devastante delle nuove tariffe americane sull’export lombardo. Oggi, finalmente, si è svolto, ma si è trasformato in pochi minuti in un susseguirsi di commenti imbarazzanti e filotrumpiani da parte della destra: una sudditanza totale verso l’amichetto alla Casa Bianca, senza alcuna proposta concreta per sostenere le imprese, le lavoratrici e i lavoratori lombardi.
Noi, invece, ci siamo presentati con le idee chiare:
Sbloccare i 180 milioni di euro ancora fermi nelle casse di Finlombarda per rilanciare l’economia regionale.
Istituire un comitato di crisi a livello regionale.
Sollecitare il governo Meloni a sostenere le azioni dell’Unione Europea, invece di accumulare figuracce internazionali.
Far arrivare la voce delle imprese lombarde, sempre più preoccupate per il futuro.
E il risultato?
La destra, totalmente asservita, sovranista a parole ma pavida nei fatti, ha bocciato tutto ed è tornata a casa.
Quando Trump dice "Make America great again", alla destra va bene. In fin dei conti, la fedeltà all’amico di sempre viene prima di tutto. Poco importa se a rischio ci sono l’intero export lombardo, l’economia della nostra regione, migliaia di posti di lavoro, le lavoratrici, i lavoratori e le loro famiglie.
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