VARESE - Calogero Marrone nasce a Favara, in Sicilia il 12 maggio 1889.
Nel 1931 si trasferisce in Lombardia con la moglie e i quattro figli, dopo aver vinto un concorso per applicato comunale a Varese.
Dopo pochi anni, per le sue elevate capacità professionali e per la sua dedizione al servizio pubblico, diventa capo dell’Ufficio anagrafe di Varese. In questa veste, durante l’occupazione nazifascista, Marrone (che faceva parte del gruppo partigiano "5 Giornate del San Martino"), rilascia centinaia e centinaia di documenti d’identità falsi a ebrei e antifascisti, che in quel periodo cercavano di attraversare il confine svizzero, permettendo loro di salvarsi.
Tradito da un delatore fascista il 7 gennaio 1944 viene arrestato da ufficiali della Guardia di Frontiera e torturato nel carcere di Varese, ma non rivela nulla ai suoi carnefici. Trasferito da un carcere all’altro, dopo una sosta nel lager di Bolzano-Gries, viene portato nel campo di sterminio di Dachau, dove muore, ufficialmente di tifo, il 15 febbraio 1945.
L’esempio di Marrone
“Dire No all’ingiustizia. C’è ancora bisogno di eroi?” è la traccia del concorso promosso dal progetto “Giovani in Circolo”, che vede tra i promotori il Circolo Coopuf di Biumo, la Cooperativa di Giubiano, l’associazione giovanile Covo e l’Aps Parteno, con il sostegno del Comune di Varese. Il concorso vuole ricordare la figura di Marrone, riconosciuto tra i “Giusti tra le Nazioni”. Nel 2023 era stata consegnata a Varese la medaglia d’oro alla memoria e alla sua figura è dedicata anche una delle quattro pietre d’inciampo posizionate all’ingresso del Municipio di Varese.
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