MILANO - Associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni. Sono queste le accusa che hanno portato all'arresto di 19 ultras delle curve del Milan e dell'Inter, di fatto azzerandone i vertici. "Il mio ufficio - ha spiegato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, durante la conferenza stampa in Procura a Milano - ha da tempo aperto una unità di analisi e impulso investigativo, un gruppo di lavoro che si occupa del condizionamento criminale delle attività sportive e delle logiche che sdoganano negli stadi la propaganda antisemita e razzista".
I precedenti del capo ultras del Milan
Tra i nomi di punta finiti nell'inchiesta che ha di fatto azzerato i vertici delle due tifoserie organizzate torna quello di LUCA LUCCI , il capo della Sud finito in manette insieme al fratello Francesco.
Lucci è una vecchia conoscenza delle aule di tribunale, visti i numerosi precedenti. Capo ultras del Milan dal 2009, è stato già condannato a quattro anni di carcere per l'aggressione del tifoso interista Virgilio Motta, morto suicida nel 2012 dopo aver perso la vista a un occhio a causa delle percosse.
Nel 2018 ha patteggiato un anno e mezzo dopo essere stato arrestato per traffico di droga. Nello stesso anno, viene immortalato in una foto mentre chiacchiera e scambia sorrisi con MATTEO SALVINI allora vicepresidente del Consiglio del governo Conte I e ministro dell'Interno; i due si incontrano all’Arena Civica, in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud.
Torna in carcere nel 2021 dopo essere stato condannato a 7 anni con rito abbreviato. ( Milano Today )
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