Erano circa le 3.30 del 28 settembre, Giulia stava tornando a casa dopo aver passato una serata con gli amici quando ha notato due ragazzi «dimenarsi» di fronte a un ristorante.
Si è avvicinata con paura ma, quando ha capito che stavano cercando di bloccare una ragazza, è intervenuta, urlando e spingendoli via.
Tre ragazze, sentendo le urla, sono accorse, provocando la definitiva fuga degli assalitori. La foto scattata da una di quest’ultime ha permesso il riconoscimento del "palo”. Due quindicenni di stanza a Villa Aldini sono poi stati fermati con l’accusa di violenza sessuale in concorso.
«Rimanere lì, cercare di confortarla è stata per me una cosa naturale e mi piacerebbe che fosse naturale per tutti.
Se io non fossi stata attenta un minimo, non mi sarei accorta assolutamente di nulla perché era difficile da capire in quel momento», afferma oggi Leone, a margine della premiazione.
«Credo che la paura sia la motivazione principale per cui la gente non faccia nulla.
Io incoraggio le persone a essere incisive. Quando una persona vede forza, si spaventa e si allontana. È quello che è successo per fortuna a me. Il coraggio è un’arma molto potente e deve essere usato al meglio», aggiunge. Alle ragazze consiglia di «essere unite. Se non si è sorelle, se non si è unite fra di noi tutto il resto è difficile possa avvenire». Un ringraziamento va, quindi, anche alle tre ragazze accorse per aiutare: «Questi gesti e queste cose sono alla base dell’umanità».
Giulia Leone, emozionata, ha dedicato alla ragazza soccorsa la medaglia ricevuta con cui è nato un "legame indissolubile". «Doveva essere qui con me ma non è ancora tornata a Bologna, dopo quello che è successo. Con lei sento un legame di sorellanza», dichiara.
«Giulia quella notte ha fatto la propria parte e non era affatto scontato. La dobbiamo ringraziare e dedicare questa medagli a tutti quelli che ogni giorno non si voltano dall’altra parte», dice Lepore.
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