Nuovo fermo amministrativo e ancora una multa per la Open Arms. Motivo? Aver ostacolato l’intervento di una motovedetta libica. Così ha stabilito la Capitaneria di porto di Crotone, finita nell’occhio del ciclone per il tragico naufragio di Cutro, che già qualche mese fa per il medesimo motivo aveva bloccato per venti giorni anche la nave dell’ong tedesca Humanity1.
“Questo provvedimento è del tutto ingiustificato, tutti gli interventi sono stati coordinati dal centro di coordinamento e soccorso di Roma”, spiega il fondatore di Open Arms Oscar Camps. In tre interventi di soccorso, spiegano da bordo sono state soccorse 57 persone che viaggiavano su malmesse carrette del mare. “Alarm phone ha segnalato poco dopo un altro barchino in difficoltà vicino alla nostra posizione – spiegano dalla ong - Abbiamo contattato Roma per chiedere l’autorizzazione al soccorso e ci è stato detto di andare a verificare la situazione”. Una conversazione telefonica rapida, cui è seguito l’altrettanto rapido lancio in mare di un rhib, uno dei gommoni veloci di soccorso.
La posizione era corretta, la piccola imbarcazione è stata individuata in fretta, ma era stata già intercettata da una motovedetta libica che stava caricando a bordo i naufraghi per riportarli esattamente dal posto da cui erano fuggiti.
Stando a indiscrezioni, la Capitaneria avrebbe appreso da non meglio specificate “fonti libiche” che Open Arms avrebbe ostacolato il "soccorso"( avrebbe riportato i disperati nei campi di concentramenti libici ove avvengono violenze e stupri come anche accertato dall'ONU ). Peccato che la nave fosse relativamente lontana dal punto in cui si trovasse la piccola imbarcazione di naufraghi
Tecnicamente si tratta di un respingimento e per gli Stati che abbiano sottoscritto la Convenzione di Ginevra è illegale. Ma il governo di Tripoli non lo ha mai fatto, dunque continua a intercettare e riportare indietro chiunque fugga dal girone infernale di detenzioni illegali, torture a scopo di estorsione, violenze e abusi che anche diverse agenzie delle Nazioni Unite denunciano da tempo.
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