ROVIGO-«Vado avanti con la mia denuncia e ci penserà il tribunale dei minori a far capire ai ragazzi la gravità di quanto accaduto». A parlare è Maria Cristina Finatti la professoressa di Scienze colpita al volto dai pallini esplosi da una pistola ad aria compressa, da un gruppo di alunni di una prima classe dell’Istituto tecnico Itis «Viola Marchesini» di Rovigo. Il fatto, accaduto l’11 ottobre scorso, era stato ripreso con il cellulare dagli studenti che lo avevano poi diffuso sui social. Due studenti, quattordicenni, dei cinque coinvolti, il ragazzo che aveva sparato e quello che aveva ripreso tutto, sono stati promossi, uno con il 9 in condotta. «Una sberla morale», ha detto la docente definendosi «profondamente delusa».
Professoressa perché parla di delusione e di «sberla morale»?
«Non entro nel merito delle decisioni prese dal consiglio di classe di questa prima perché non ne faccio più parte, ma mi sembra una mancanza di considerazione della mia persona. Un atto grave trasformato in un “gioco” e adesso sminuito ulteriormente con la promozione. Quel giorno mi ha salvato la mascherina, potevo perdere l’occhio, ma chi è vittima è vittima, il sistema scuola non ti salva».
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