In questi giorni, sul muro esterno di questa casa comune, i ragazzi del Gruppo Abele hanno lanciato un’iniziativa importante. Si chiama #iovotoperché e invita le persone a fermarsi a riflettere sul senso di uno strumento cruciale come il voto.
D’altronde, in questi pochi giorni che ci separano dal 25 settembre, il clamore elettorale si sta alzando. E nel rumore, molte istanze, soprattutto quelle di chi si affaccia per la prima volta al voto, o quelle delle persone più fragili, rischiano di rimanere inascoltate.
Tra i tanti “perché”, che tirano in ballo temi importanti la difesa dell’ambiente, il ripristino dei diritti del lavoro, ce n’è uno che ci ha fatto particolarmente riflettere.
È quello di una ragazza di 24 anni, Amina. Io NON voto perché NON “ne ho il diritto”, ha scritto.
In quelle parole c’è un senso di sconfitta che appartiene ad Amina, è vero, ma che ci riguarda direttamente.
Perché quando uno Stato nega i diritti democratici a chi, per nascita o per scelta, è parte della comunità nazionale, a rimetterci in termini di libertà siamo davvero tutte e tutti.
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