MILANO-A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients, condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano che esamina per la prima volta l’effetto del consumo di pesce in scatola separatamente da quello di pesce fresco sul rischio di carcinoma colorettale.
Non c’è neanche bisogno di cucinarlo: basta aprire la scatoletta e metterlo nel piatto.
«I risultati emersi dallo studio sono un ulteriore passo avanti per sostenere che il consumo di pesce in scatola sott’olio può essere incluso all’interno di una dieta sana ed equilibrata, essendo minimamente processato, perché cotto a vapore, pulito, messo sott’olio e inscatolato senza conservanti. Le implicazioni per la salute pubblica possono essere molto rilevanti. Parliamo infatti di un tumore che presenta elevata incidenza e alta mortalità, sia nei Paesi ad alto reddito che in quelli a basso e medio reddito, e di un alimento sempre più consumato, grazie alla sua praticità e la sua accessibilità economica», dichiara Carlotta Franchi, ricercatrice del Dipartimento di politiche per la salute dell’Istituto Mario Negri e coordinatrice scientifica di IIPH.( da HD )
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