sabato 2 ottobre 2021

BEPPE SALA RISPONDE A VALERIA BIAZZI , FARMACISTA DEL GIAMBELLINO

 



Andrea, qualche mese fa ho lanciato una petizione riguardo la drammatica situazione dei medici di base a Milano. In particolare nel quartiere Giambellino, dove lavoro io, non ce ne sono più e l’unico presidio sanitario della zona è rimasta la mia farmacia. Per questo nella petizione ho chiesto ai candidati Sindaco di rispondere: come intendono affrontare la situazione se verranno eletti?
E in questi giorni, sono arrivate ben tre risposte! Nell’ordine: Sala, Bernardo e Paragone, hanno risposto alla petizione qui su Change.org! 


 Voglio prima di tutto ringraziare la Dott.ssa Biazzi e tutti i cittadini – più di 30 mila - che hanno sottoscritto questa petizione, che racconta di un bisogno concreto e fondamentale come quello del rispetto del diritto alla salute. Li ringrazio perché sono certo che tra i firmatari in molti hanno pensato a come poter dar voce alle esigenze dei propri nonni, dei propri vicini, dei propri colleghi. Tutti, infatti, prima o poi abbiamo bisogno di cure e assistenza. Quando i cittadini si interrogano sui problemi della propria comunità e cercano delle soluzioni concrete vanno ascoltati e ringraziati. La partecipazione e l’ascolto delle istanze dei cittadini sono per me elementi fondamentali per prendere le decisioni.

È il metodo che ho scelto da Sindaco perché sono convinto che solo così si può fare buona amministrazione per la propria comunità.
Ho seguito quello che sta avvenendo nel quartiere Giambellino, dove i numerosi pensionamenti hanno aggravato la carenza di medici di base, situazione che vivono anche altri quartieri della città. Purtroppo gli interventi risolutivi che ci aspettavamo in queste settimane da Regione Lombardia, che ha i poteri per intervenire sui temi sanitari, non ci sono stati. Il bando pubblicato dagli enti regionali, dopo settimane di attesa, è andato deserto perché incompleto delle informazioni più importanti come, ad esempio, l’indicazione del voler mettere a disposizione dei medici che decidono di spostarsi in zona degli spazi ALER utilizzabili.
Conosco bene il problema complessivo: fino ad oggi Ats ha assegnato i medici di base suddividendoli per distretti, equivalenti ai nove municipi, ma quello che si fa finta di non vedere è che ogni Municipio ha una distribuzione dei medici di medicina generale (MMG) non omogenea al suo interno ed è su questo che bisogna intervenire.
Ad esempio Porta Genova è un’area centrale e ha una buona copertura, carente però nei quartieri Giambellino e Ronchetto.
Come si fa a chiedere ad una persona malata, ad un anziano, ma anche a chiunque attraversi anche solo un momento di difficoltà di percorrere diversi km per raggiungere il suo medico di base? È una situazione inaccettabile in una città abituata all’organizzazione e all’efficienza come Milano. Chi si occupa di disegnare i modelli sanitari deve partire da questa considerazione. Un malato, un anziano, una persona fragile o in difficoltà hanno bisogno di assistenza di prossimità, quindi bisogna aumentare la diffusione capillare di servizi sanitari sul territorio a partire proprio dai medici di famiglia che devono essere messi finalmente nelle condizioni giuste per fare al meglio il proprio lavoro, quello di curare le persone e non solo gestire infinite burocrazie. Questo permetterebbe loro di potersi dedicare al massimo ai propri pazienti e tornare a quel rapporto di vicinanza e condivisione ed essere dei veri medici “in” famiglia.

Appena passata questa tornata elettorale, se sarò confermato come sindaco di Milano, mi farò carico di riunire tutti i sindaci delle grandi città della Lombardia per farci sentire e, insieme, chiedere a Regione Lombardia di voltare definitivamente pagina rispetto alle politiche sanitarie degli ultimi anni. Dotare i sindaci e le comunità di strumenti e fondi per far sì che nessuna persona malata, o bisognosa di assistenza, debba essere esposta al doppio fardello della necessità urgente di cure, e della solitudine è ormai indispensabile. È un passaggio importante non solo per la politica italiana ma anche per la storia vissuta nell’ultimo anno e mezzo di pandemia.

Nell’attesa che si chiarisca la distribuzione delle Case della salute, mi assumo la responsabilità di mettere a disposizione, tutte le risorse disponibili del Comune per trovare una soluzione alla carenza dei medici di base perché la situazione che sta vivendo il Giambellino non si ripeta più.

Beppe Sala

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