La badante, pur convivendo con un professionista tarantino, risultava coniugata in regime di comunione dei beni dal febbraio 2020 con l'anziano assistito (a insaputa dello stesso) che le aveva anche trasferito la nuda proprietà dell'appartamento di notevole pregio in cui l'anziano viveva. L'anziano era stato indotto anche a trasferire a titolo gratuito la propria auto al figlio della badante, ad acquistare un'ulteriore auto, a estinguere certificati di deposito infruttiferi postali per l'importo di 56mila euro e a chiudere il proprio conto corrente per l'apertura di un altro cointestato con la badante dal quale risultano prelevati ulteriori 94mila euro.
L'assistente familiare, peraltro, oltre a prelevare mensilmente e in contanti la pensione di 2mila euro, non appena accreditata sul conto dell'anziano, avrebbe poi utilizzato indebitamente carte di debito anche per pagamenti di bonifici per complessivi 81mila euro.
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