domenica 3 gennaio 2021

ANPI GALLARATE COMUNICA IL DECESSO DI MARIO CAPETTA -

 



GALLARATE ( VA )-Quando, dopo l'8 settembre '43, anche le nostre zone furono

occupate dai nazisti e la persecuzione antiebraica si fece più
metodica e ramificata, Mario Capetta, un ragazzo di undici anni,
fuggì insieme con il padre dalla tenaglia che si avvicinava.
Si diressero verso le montagne di Domodossola. Là avrebbero
trovato rifugio presso formazioni partigiane con cui era già stato
intrapreso un collegamento.
Accortezza e prudenza vollero che si separassero, il padre in un
luogo, il figlio in un altro.
Ai partigiani che l'accolsero e di cui aveva subito avvertito il colore
“rosso”, il ragazzo cercò di essere d'aiuto.
Con il cane, la fedelissima Lea, che gli avevano affidato, si inerpicava
su e giù per i sentieri attento a ogni movimento sospetto, che avrebbe
subito segnalato ai compagni, e pronto ad acciuffare ogni preda selvatica
buona per l'arrosto.
Quando, dopo la Liberazione, padre e figlio tornarono a casa, la
trovarono deserta e depredata. Era stato rubato tutto. Anche il fratellino
di Mario non c'era più.
“I partigiani mi hanno salvato la vita” diceva spesso e così motivava
la sua profonda gratitudine per l'ANPI, disponibile a ogni sacrificio
per sostenerla.
Per anni e anni, per notti e notti, Capetta è stato il “guardiano” delle
Feste estive dell'Anpi e del Partito Comunista. Tutta la struttura era
sotto il suo controllo, attento, severo, intransigente. Preferiva stare solo
fidandosi dell'efficacia dei suoi strumenti di difesa, contro tentativi
di vandalismo o vendetta.
Sveglio e attento, con le canzoni partigiane che uscivano da decine di
“cassette” collocate nello stand della cucina, il cuore della Festa.
Ora Capetta se n'è andato, ma noi non lo dimenticheremo mai.
Maria Pellegatta
Gallarate, 2 Gennaio 2021


Nessun commento:

Posta un commento

LASCIA UN TUO COMMENTO