Comprendiamo che alla luce degli sviluppi dell’emergenza si rendano necessari provvedimenti straordinari, ma sentiamo di dover rivendicare un ruolo diverso da quello marginale e sacrificabile in cui i nuovi decreti hanno posto noi e altri presidi culturali. Negli ultimi mesi, l’impegno per riorganizzare le attività nel rispetto delle mutevoli misure sanitarie è stato grandissimo e condiviso da tutti: volontari, lavoratori, formatori, soci. Tutti i nostri sforzi sono stati rivolti a sviluppare nuove modalità e buone pratiche per rispondere a bisogni che hanno continuato e continueranno a essere fortissimi: il bisogno di socializzazione, di cultura, di comunità. Faremo il possibile per rialzarci, anche se il colpo per noi – a livello economico, sociale e anche emotivo – stavolta è devastante. Speriamo che nei prossimi mesi associazioni e spazi come Circolo Gagarin non continuino a essere considerati parte del problema, ma opportunità nate dal basso per lo sviluppo (ormai imprescindibile) di nuove pratiche e di un diffuso senso di responsabilità sociale.
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