sabato 18 luglio 2020

OGGI è IL MANDELA DAY



Il 18 luglio, data di nascita di Nelson Mandela, ricorre il Nelson Mandela International Day o Mandela Day, giornata indetta dalle Nazioni Unite nel novembre del 2009 (Risoluzione A/RES/64/13 dell’Assemblea Generale) per ricordare cosa Mandela ha rappresentato non solo nella liberazione del Sudafrica dall’apartheid, ma in generale nella lotta alla segregazione razziale.
L’obiettivo del Mandela International Day è quello di tenere viva l’attenzione sui diritti umani nel mondo e fare sempre passi in avanti, mai indietro, nella loro protezione e diffusione. Quest’anno la Fondazione Nelson Mandela ha scelto come slogan “Azione contro la povertà” (Action Against Poverty) per ricordare la necessità di lottare anche contro la povertà per favorire la giustizia sociale e il rispetto dei diritti.
Nelson Rolihlahla Mandela, premio Nobel per la pace nel 1993, è stato il primo nero a ricoprire la carica di presidente sudafricano: il 10 maggio 1994 si presentava al mondo con un discorso di rinnovamento politico e sociale. Mandela è riuscito a porre fine al regime di apartheid dopo una lotta di resistenza fatta prima e durante i suoi 26 anni di reclusione (nel 2015 sono state adottate le cosiddette “Nelson Mandela Rules” che definiscono degli standard da rispettare per il trattamento dei prigionieri); ha inoltre favorito l’avvio di un processo di riconciliazione nazionale fondato sul riconoscimento reciproco tra le diverse componenti della società sudafricana. “Madiba” (nome datogli dalla sua tribù di appartenenza, dell'etnia Xhosa) morì nel 2013 a Johannesburg. L’eredità di Nelson Mandela resta un importante riferimento per il suo popolo e per il mondo.
Quale Sudafrica dopo Mandela?
A venticinque anni di distanza dall’inizio della presidenza di Mandela, i cambiamenti politici vanno interpretati alla luce dell’esperienza storico-politica da cui ha avuto origine il Sudafrica post-apartheid. Non mancano oggi nuovi problemi, tra cui le gravi disuguaglianze, la diffusa disoccupazione e le manifestazioni di xenofobia e di violenza anti-immigrati (avendo il Sudafrica una crescente comunità di migranti internazionali) che il nuovo governo di Cyril Ramaphosa sarà chiamato ad affrontare nei prossimi anni.  

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