lunedì 6 luglio 2020

"NDRANGHHETA I PROVINNCIA DI VARESE :CONSIGLIERE COMUNALE DELLA MELONI ACCUSATO DI FALSA TESTIMONIANZA

tribunale busto arsizio processo krimisa

FERNO ( VA )_ Falsa testimonianza e favoreggiamento, sono queste le ipotesi di reato formulate a carico di Alessandro Pozzi, imprenditore e consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno. Come riporta il Corriere della Sera, il pm Alessandra Cerreti (in servizio alla Dda di Milano che ha coordinato l’operazione Krimisa sfociata nel luglio 2019 in una pioggia di arresti eseguiti dai carabinieri della compagnia di Busto tra Ferno e Lonate con indagati anche per associazione a delinquere di stampo mafioso) a processo in corso a Busto Arsizio ha chiesto la trasmissione degli atti per Pozzi e per un’altra ventina di testimoni.
Il tentativo di estorsione
Il nome di Pozzi compare nell’ordinanza eseguita nel luglio di un anno fa. La sua posizione è apparsa immediatamente molto delicata. Tanto che il consigliere comunale fernese è stato sentito durante il processo Kl’avvocato è Stefano Besani). Un testimonianza che il pubblico ministero ha reputato «falsa ed evasivarimisa bis in corso a Busto Arsizio (foto d’archivio) dove gli imputati sono 6 nessuno dei quali accusato di 416bis (il processo principale si svolge invece davanti al gup di Milano e vede tra gli imputati il boss Vincenzo Rispoli e i suoi luogotenenti Emanuele De Castro e Mario Filippelli) come testimone assistito (» tanto da chiedere, appunto, la trasmissione degli atti.

La richiesta di aiuto a Misiano

Pozzi rientra nell’ordinanza inizialmente quale vittima di un tentativo di estorsione da parte di Antonio e Cristoforo De Novara, accusati di far parte dell’organizzazione al centro dell’inchiesta. Tentativo di estorsione, si legge nell’ordinanza, che Pozzi non avrebbe denunciato alle forze dell’ordine chiedendo invece aiuto a Enzo Misianodetto don Misio   CONSIGLIERE COMUNALE DI FRATELLI D'ITALIA , a sua volta arrestato nel luglio 2019 e a processo a Milano con l’accusa di associazione mafiosa. 

Non solo l’imprenditore-consigliere, sempre stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbe rivolto anche a Filippelli stesso che in cambio del suo interessamento «Avrebbe avuto rassicurazioni da parte di Pozzi su un trattamento di favore nell’assegnazione della gestione di un complesso sportivo a Ferno». Il tentativo di estorsione, di fatto, non si consumerà. Gli inquirenti hanno più volte sottolineato la diversità di comportamento tra Pozzi e un secondo imprenditore che, al contrario, denunciando le pressioni subite ha dato impulso vitale alle indagini. 

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