mercoledì 10 giugno 2020

10 GIUGNO 1940 , UN DELINQUENTE ASSASSINO PARLO' : DISTRUZIONE MORTI ,LUTTI E ROVINE !



Erano le 18 di un afoso lunedì di inizio giugno, il giorno 10 per l’esattezza, quando Benito Mussolini si affacciò dal balcone di Palazzo Venezia per pronunciare uno dei discorsi più pericolosi e imbarazzanti di sempre. In quell’urlo guerresco, “Vincere e vinceremo!”, in quel piglio da condottiero ancora per poco saldo al potere, in quella retorica militaresca, vero emblema del regime, erano racchiuse le ragioni della nostra prevedibile disfatta.

 Del resto, ci eravamo seduti al tavolo della guerra con l’auspicio cavouriano di poterci sedere, in pochi mesi, al ben più redditizio banchetto della pace. Credevamo di poter ottenere lo stesso risultato ottenuto dal conte di Cavour quando si ingraziò inglesi e francesi impegnati nella Guerra di Crimea, inviando a loro sostegno le truppe del Regno di Sardegna e ottenendo in cambio un appoggio nella Seconda guerra d’indipendenza.

Tralasciando la follia di questa decisione, la sua mancanza di logica e la sua barbarie, considerando che costituì una pugnalata alla schiena ai danni della Francia già messa in ginocchio dall’avanzata nazista, fu per fortuna anche la tomba di quel demone chiamato fascismo. Certo, il costo da pagare fu altissimo: una tragedia che costò al mondo intero circa sessanta milioni di morti e al nostro Paese una devastazione senza precedenti, oltre alle disastrose campagne sul fronte greco-albanese e russo, alla mattanza di Cefalonia, alla dichiarazione di Roma città aperta, all’occupazione nazista, a episodi di una ferocia inumana come la strage delle Fosse Ardeatine e a eccidi come quelli di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema.

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIA UN TUO COMMENTO