sabato 9 maggio 2020

Il NAVIGLIO ESPIATORIO





Da ventiquattr’ore tutta l’Italia commenta appassionatamente le foto di alcuni milanesi che bevono una birra sui Navigli con la mascherina a tracolla, senza rispettare le distanze tra un naso e l’altro intimate dal governo. E poiché, come è noto, il virus ci ha fatti diventare più buoni, sui social si è già scatenata una di quelle belle campagne d’odio di cui tanto sentivamo la mancanza, stavolta indirizzata contro la sciagurata leggerezza di Milano e dei suoi abitanti. Difendere i kamikaze dell’aperitivo sarebbe un vezzo anticonformista, che di tutti i conformismi è forse il peggiore.
Però si fa anche fatica a indignarsi per accadimenti prevedibili: se tu apri di colpo i cancelli a milioni di esseri umani, dopo averli tenuti per mesi in cattività, devi mettere nel conto che una piccola parte di loro perda il controllo o semplicemente se ne infischi delle regole.

Non biasimo chi in questa Fase Due si fa un punto d’onore di fotografare i trasgressori e poi diffonde le prove sui social per alimentare l’indignazione e sentirsi dalla parte giusta della storia.
La ricerca di un capro espiatorio placa l’ansia. E più il capro è a portata di mano, più ci si sente sollevati. Ma se qualcuno sta cercando una buona ragione per chiuderci di nuovo tutti dentro, temo che gli untorelli dei Navigli non siano all’altezza del ruolo. Scattare foto in certe case di riposo sarebbe più funzionale allo scopo. Tra l’altro lì non servirebbe neanche il grandangolo.
Massimo Gramellini 

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIA UN TUO COMMENTO