Carissima mamma
Ho ricevuto una lettera da Giorgio , un amico che non
conosci .
Siamo stati nella stessa classe alle scuole medie ed era un
tipo sempre allegro , solare, per cui
gli avevamo affibbiato il soprannome di “ cuor contento “.
Dopo il liceo le nostre strade si sono divise :lui
veterinaria a Milano, io medicina a Pavia .
Giorgio già alle medie mi soprannominava “ zampa di gallina “
per ovvi motivi imputabili alla mia orrenda grafia : lui non sapeva che ero un
predestinato . I medici hanno una scrittura orribile , peggio delle galline .
Mi ha divertito molto la parte della sua lettera in cui
asserisce, lui veterinario, di aver interpretato la scrittura delle galline .
Anni di studi , dizionari su dizionari consultati , ricerche bibliografiche in
tutte le lingue .Anzi dice che la scrittura sia diversa a secondo della razza :
la razza livornese scrive peggio di tutte .
E su questo sta ancora lavorando .
Sarebbe il caso di consigliargli di fotografare le uova
delle varie razze , farne degli ingrandimenti, e spedirli ai direttori dei vari
musei di riferimento : gallina livornese , museo di Livorno ; gallina padovana
, museo di Padova ;gallina sarda ….
In tal modo si potrebbe risalire correttamente alla lingua
impiegata dalle galline per scrivere le loro missive Prendiamo ad esempio la
gallina sarda : chi mi dice che la lingua da essa utilizzata non sia la lingua
punica , discendente dalle galline dei
tempi dei cartaginesi ? perché non sperare che qualche lettera delle galline non
riveli l’ubicazione di qualche antico tesoro ?
Tra l’altro potrebbe fotografare un uovo delle galline della
razza sestese ed inviare l’ingrandimento
al curatore del museo locale .
Da lì , con accurato studio delle lettere che si scrivevano
le galline sestesi , fecondate dai Galli Insubri e Celti , si potrebbe chiarire
finalmente se sotto il “ SASS DI PREIA BUIA “
sia nascosta effettivamente la “ PITA
DORA “ Il sass di preia buia è un masso erratico di grandi proporzioni
che si trova all’inizio dei boschi dei Sesto Calende , zona chiesetta di San Vincenzo
. La denominazione “ preia buia “ sta per pietra buia , ovvero di origini
sconosciute .
La leggenda vuole che sotto questo masso sia nascosto un
tesoro lì riposto dagli antichi Galli
per cui anche la denominazione “ pita dora “ che sta per chioccia dalle
uova d’oro . Appunto il tesoro .
Un’altra leggenda , sempre legata all’opulenza , vuole che
le donne sterili facessero un giro attorno al masso erratico e per magia venissero
ingravidate .
Uno studio delle lettere delle galline potrebbe porre fine
finalmente al mistero .
“ Cuor contento “ mi prende allegramente in giro e sono “
contento “ pure io in questa desolazione .
Un abbraccio
Andrea 18 aprile 2020
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