venerdì 19 aprile 2019

AI 23 BAMBINI HAITIANI DI SUOR MARCELLA CATOZZA E' STATO NEGATO L'INGRESSO IN ITALIA !

   h 18.35 Volo Air France in atterraggio a MalpensaUn comitato italiano della fondazione VIA LATTEA ONLUS era pronto ad accoglierli - Dopo un corso di apprendimento sarebbero tornati ad Haiti dove scuole ed ospedali sono disastrati a causa di una situazione di guerra interna .

Suor Marcella Catozza scrive

h 18.35 Volo Air France in atterraggio a Malpensa.

Avremmo dovuto essere a bordo in viaggio verso un futuro diverso, carichi del desiderio di dare una svolta alle vicende haitiane delle ultime settimane, aperti al futuro, curiosi di scoprirlo dentro questa grande avventura che ci è capitata ma è bastato un semplice no, il richiamo scritto ad una legge fatta ad hoc per uccidere la speranza dei più piccoli, ed eccoci qui frenati nella nostra corsa verso il bene. Sono le regole del mondo, di un mondo che oramai si riempie la bocca della parola “diritti”, ma ne ammazza il primo quello a essere felici. È un diritto che viene al mondo con noi, è un diritto che si compie giorno dopo giorno nella lotta della vita combattuta spesso ad armi impari come nel caso dei nostri bambini che partono già in salita.
Il governo italiano ha detto no…. che pena…. e che vergogna! Ma soprattutto diventa sempre più evidente come la cultura di oggi abbia piallato ogni possibilità di applicare l’intelligenza alla realtà in maniera vivace, attenta, libera. Si preferisce fare di ogni erba un fascio e si fa fuori l’unicità della persona e del suo cuore.
Il mondo condanna i nostri bambini alla miseria, quello stesso mondo che organizza eventi di beneficenza, progetti umanitari, soluzioni alla miseria umana. Quello stesso mondo che non sa più stare davanti ai bisogni dell’uomo con onestà e carità; quello stesso mondo che fa fuori l’altro perché diverso e quindi fa paura. Un mondo che non sa più distinguere tra un barcone carico di sconosciuti ed un volo Air France che porta dei bambini che sono attesi uno per uno dai loro amici che hanno preparato per loro una casa, una scuola, un abbraccio.

E noi incassiamo il colpo. E ha fatto male! Incontenibile lo scoppio in lacrime di Isaac che con la valigia pronta accanto al suo lettino vede sfumare la chance della vita o le continue domande della Cassy che chiede quando si parte almeno cinquanta volte al giorno, o il sorriso di Roodson quando guardando gli aerei che passano sopra la Kay mi chiede se il nostro aereo sarà così. Stavamo studiando italiano, tre ore al giorno con coraggio, il primo step per affrontare il viaggio della vita. Viaggio negato da chi non ci conosce, da chi conclude la mail dicendo “mi spiace so le condizioni dei bambini in Haiti ma la legge non permette la loro entrata in Italia”. E a me viene da chiedermi ma sai che cosa? Dov’ eri quando trovavamo la Cassy denutrita e ricoperta di formiche in una tenda accanto al cadavere della mamma morta da giorni? O dov’eri quando Jonelson arrivava rifiutato da tutti gli ospedali della città perché troppo grave o quando ci chiamavano per vedere se potevamo prendere Nephtalie e Lovenson abbandonati da tre anni in ospedale?
Ma noi non ci arrendiamo e ricominciamo tutto daccapo, ripresenteremo i documenti e cercheremo di trovare la via perché questi bimbi possano correre dietro al bene preparato per loro. 

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