venerdì 9 marzo 2018

LA RETORICA DELL 'EMERGENZA :ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA !



Aprendo un vocabolario alla voce “emergenza”, ci troveremmo di fronte alla definizione di “fatto inatteso, imprevisto”. Potremmo partire da qui per riflettere sull’uso fuorviante di questa parola che la comunicazione (media, politica, social network) fa in occasione di eventi naturali estremi benché, ad un’analisi onesta e razionale, questi eventi si rivelino spesso tutt’altro che imprevedibili.
Con una frequenza stupefacente, pezzi d’Italia lasciati in balìa di fenomeni prevedibili e previsti, si sbriciolano portandosi via vite, famiglie, a volte intere comunità. Che si tratti di un terremoto in zone censite da decenni come sismiche, di un’alluvione in aree dichiarate da tempo ad alto rischio idrogeologico, di una frana su versanti cartografati da anni come pericolanti, scatta subito la retorica stucchevole della natura matrigna, della calamità, del grande cuore degli italiani, della macchina dei soccorsi. 
Considerazioni analoghe si potrebbero fare sui cambiamenti climatici: gli scienziati ci dicono da almeno dieci anni che, alle nostre latitudini, piogge torrenziali, ondate di calore e siccità prolungate sono effetti non probabili, ma certi, del riscaldamento globale. Ha senso tornare ogni volta a gridare all’emergenza? ( R.C . )

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