In tutto 50mila, 20mila in ospedale e 30mila sul territorio. È il numero degli infermieri che mancano per rendere efficiente l’assistenza sanitaria nel nostro Paese secondo i dati diffusi nel corso del primo Congresso nazionale della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).
I cittadini apprezzano e stimano gli infermieri, ne vorrebbero di più e li vorrebbero più vicini, disponibili ad aiutarli anche fuori dall’ospedale.
Lo dimostrano i risultati dell’Osservatorio civico sulla professione infermieristica, istituito da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato e Fnopi presentati in occasione del Congresso. L’indagine ha coinvolto circa 2mila cittadini in 15 regioni.
Nell’88 per cento dei casi gli infermieri vengono giudicati cortesi e nel 72 per cento dei casi disponibili all’ascolto. L’80 per cento degli infermieri ha dato ai pazienti informazioni chiare e comprensibili descrivendo (72%) gli esami, le terapie e i trattamenti che stava per effettuare. Raramente (solo 1 caso su 5) le richieste di attenzioni del paziente sono state ignorate.
Gli infermieri sono giudicati una risorsa preziosa anche fuori dall’ospedale.
Circa 3 cittadini su 5 affermano di essere stati aiutati dall’infermiere nella gestione della patologia e dei trattamenti una volta dimessi, riferendo inoltre, che in almeno 1 caso su 2 il professionista abbia organizzato il calendario delle visite e dei successivi esami (55%).
Il lavoro dell’infermiere, lo sostiene il 65 per cento dei cittadini, è ben coordinato con quello dei medici e degli altri professionisti sanitari con una sola eccezione. Quando si è trattato di gestire il dolore 1 infermiere su 4 non ha cercato la collaborazione con i medici per trovare una soluzione tempestiva.
La carenza di personale infermieristico è avvertita dal 52 per cento (HD )
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