giovedì 7 dicembre 2017

LA SANITA' PUBBLICA ITALIANA ABBANDONA I PAZIENTI NON AUTOSUFFICIENTI ?



Se la buona notizia è che la sanità pubblica, dopo anni di tagli e risparmi, non ha più i conti in rosso , e cattive notizie sono due: permangono le disuguaglianze nei livelli di salute tra Nord e Sud e scarseggia l’assistenza alle persone non autosufficienti.
Il Servizio sanitario nazionale ha speso, nel 2016, 115,8 miliardi di euro, una cifra in crescita dell’1,1 per cento sul 2015, ma che, tra il 2010 e il 2016, è aumentata in media dello 0,7 per cento l’anno, un tasso inferiore a quello dell’inflazione
La spesa sanitaria, che nel 2010 costituiva il 24 per cento della spesa di welfare pubblico, sei anni dopo è scesa al 21,9 per cento
Il divario tra Nord e Sud
L’esempio più eloquente è quello sulla disparità della speranza di vita in buona salute, che è in media di 60 anni al Nord e 56 al Sud. Tra i due estremi dello Stivale c’è una differenza di 20 anni: un cittadino di Bolzano può contare di arrivare a 70 anni senza troppi problemi di salute, mentre in Calabria la soglia si abbassa ai 50 anni. 
C’è ancora una grossa fetta di malati non autosufficienti e cronici lasciata ai margini dalla sanità pubblica. 
«Le fonti pubbliche - osservano i curatori del Rapporto, Francesco Longo e Alberto Ricci - coprono ancora il 95 per cento della spesa ospedaliera, ma solo il 60 per cento della spesa per prestazioni ambulatoriali e il 65 per cento delle spese di assistenza di lungo termine nelle strutture residenziali». Questa mancata assistenza è il vero tallone d’Achille della sanità pubblica . I posti letto pubblici o privati per le persone non autosufficienti coprono meno del 10 per cento del fabbisogno: ci sono solo 270mila posti letto rispetto a 2,8 milioni di non autosufficienti. E le  cure domiciliari non riescono a colmare il gap. ( HD )

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