Il paziente ha il diritto di abbandonare le terapie ma al medico è riconosciuta l'obiezione di coscienza. Lo stabiliscono due diversi emendamenti approvati nel contesto della discussione del disegno di legge sul testamento biologico alla Camera dei Deputati su proposta della commissione Affari Sociali. L'articolo 1, caposaldo della proposta di legge sul testamento biologico, che disciplina il consenso informato, è stato approvato a larga maggioranza con 326 i voti favorevoli.
Di fatto, con l'approvazione con 281 voti favorevoli dell'emendamento che modifica il comma 7 dell'articolo 1, il medico, oltre a non essere responsabile delle conseguenze che derivano dal rifiuto del paziente a essere sottoposto a terapie fondamentali per la vita, come la nutrizione e l'idratazione, o addirittura l'interruzione dei macchinari che lo tengono in vita, può rifiutarsi di "staccare la spina". La spiegazione è stata data in Aula dalla relatrice di maggioranza, Donata Lenzi (Pd),
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