lunedì 20 marzo 2017

SESSISMO E RAZZISMO IN RAI !



Televisione cattiva maestra. E anche pessima studentessa, se dall’8 marzo e da Non una di meno non ha imparato proprio niente.
Paola Perego, conduttrice di Parliamone sabato, rubrica di La vita in diretta su RaiUno, ha pensato di contribuire al dibattito iniziato durante la giornata internazionale della donna con un servizio sul fascino delle donne dell’est.
Il festival dei pregiudizi, razziali e di genere, orchestrato dalla conduttrice e dagli ospiti, ha toccato il suo apice grazie a sei disgustosi punti condivisi:
1) Sono tutte mamme, ma dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo. 2) Sono sempre sexy, niente tute né pigiamoni. 3) Perdonano il tradimento. 4) Sono disposte a far comandare il loro uomo. 5) Sono casalinghe perfette e fin da piccole imparano i lavori di casa. 6) Non frignano, non si appiccicano e non mettono il broncio.
Anche se si tratta di considerazioni talmente ridicole da non meritare la nostra attenzione, rispondiamo:
1) Si è donne anche senza essere mamme. Il marmo si addice più alle statue che alle persone. 2) Indossiamo quello che ci pare e che ci fa sentire bene. 3) Pratichiamo rispetto verso tutte le persone e ne pretendiamo altrettanto, nella libertà delle proprie scelte. 4) Rifiutiamo stereotipi di genere e organizzazioni sessiste dei ruoli, in casa, a lavoro e nel tempo libero. 5) Ricerche internazionali hanno dimostrato che le madri che lavorano offrono un modello importante per i figli, e la corretta ripartizione dei compiti in casa è uno strumento educativo per lo sviluppo di cittadine e cittadini migliori. 6) Ogni essere umano è libero di manifestare i propri sentimenti, senza subire accuse sessiste.
Attraverso programmi come Parliamone sabato questi contenuti raggiungono un pubblico vasto, con pesanti conseguenze sull’identità delle ragazze e sui pregiudizi di tutti. In Italia, gli stereotipi, il divario salariale, la mancanza di equa rappresentanza di uomini e donne, i commenti maschilisti sulle donne, e i femminicidi, già alimentano una cultura di violenza. Non c’è bisogno che la RAI contribuisca a fomentare lo stereotipo di donna-oggetto, mero oggetto di decoro per la gratificazione degli uomini.
La presidente Rai Monica Maggioni si è già scusata per la trasmissione, confermando la gravità di questi contenuti, che non sono affatto divertenti, ma esprimono trash all’ennesima potenza e violenza contro la nostra dignità.

Raccomandiamo che le istituzioni si adoperino per definire dei criteri di programmazione e delle politiche etiche alle quali i media debbano attenersi per porre fine all’ attuale cultura di violenza.
Raccomandiamo inoltre di inserire all’interno della programmazione RAI un approfondimento dedicato all’educazione sessuale delle ragazze. L’Italia ha un importante deficit da colmare, e se la TV pubblica si occupa di temi che influenzano la salute e l’identità delle persone, diventa più aperta, contemporanea, e soprattutto, fornisce un servizio pubblico.( da Maqlafemmina )

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