
EMPOLI. “Perché no alla indolore eutanasia?” È il titolo di una lettera che ha scritto e ha portato a Il Tirreno Tiziano Tamburini, 99 anni, reduce dalla campagna di Russia e scampato al bombardamento di S. Stefano del 1943. In una pagina scritta in maniera lucida, e allo stesso tempo commovente, chiede senza alcuna esitazione l’eutanasia. «Perché non posso essere padrone della mia vita?» si domanda Tamburini.
Ecco la sua lettera-appello
"Fino da piccolo, dopo aver vissuto il periodo di miseria di allora ed avere visto i notevoli sacrifici dei miei genitori per portare avanti la famiglia, maturava in me il pensiero di fare tutto il possibile per evitare difficoltà economiche in età avanzata. Ovviamente chi pensava all’enorme trasformazione del mondo. Ma in me quel pensiero è rimasto fisso nella mia memoria. Dopo la licenza elementare, nonostante la contrarietà di mio padre, volli smettere di andare a scuola, e cercare lavoro per aiutare la famiglia. Feci il fabbro, il ragazzo di fatica in una piccola attività commerciale, ma poi purtroppo, arrivò la chiamata alle armi, la quale mi rubò gli anni più belli. Esattamente sei e mezzo, dal 15 marzo 1938 al 10 settembre 1944. Ripresi gli abiti borghesi, cercai nuovamente lavoro. Feci l’operaio in vetreria, dopo l’assicuratore, l’impiegato, il commerciante ed infine il rappresentante di commercio che ritenni finalmente il più adatto alle mie aspirazioni e che feci con tanta passione per oltre 38 anni, ricevendo da essa sufficienti profitti.
Fatta questa lunga premessa, arriviamo come si suol dire, al nocciolo della questione. I miei 99 anni sono ormai dietro le spalle e nonostante questa longeva età, l’autosufficienza non mi manca. Sono fortunato, lo so. Ma vivo ugualmente nel terrore perché so anche che dietro l’angolo, la fine della mia autosufficienza, è lì che inesorabile mi aspetta. Questa triste nuova situazione che verrà, non mi sento proprio di accettarla. L’aver bisogno dell’aiuto degli altri per vivere mi crea notevole sconforto e dolore. E allora come fare per porre fine a questa sofferenza? I mezzi ci sarebbero ma a me manca la forza e il coraggio per attuarli. Non capisco proprio perché in questa benedetta Italia non sia permesso l’uso della eutanasia che sarebbe la cosa migliore per non soffrire più e anche il mio desiderio. Le poche umane leggi in vigore su questo argomento impongono invece che questa sofferenza continui fino all’ultimo istante della vita. Perché non devo essere io padrone di me stesso? Perché devono essere gli altri a decidere su di me? Per la mancanza di autosufficienza, la mia veneranda età non ha più ragione di continuare, e vorrei, come ho già detto, porre fine alla mia esistenza. Io, che nel tempo vengo da lontano quando usava il buon costume, la fratellanza e la gente viveva felice senza tante pretese, assistere ora allo sconsiderato uso della peggiore violenza, alla corruzione dilagante, alla sete del denaro, all’uso sempre maggiore della droga, mi dimostrano in abbondanza che questo non è più il mio mondo".
Tiziano Tamburini ( Il Tirreno )
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