mercoledì 29 luglio 2015

INCENERITORE ACCAM - BUSTO ARSIZIO ( VA ) -DURA PRESA DI POSIZIONE DI SEL


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La scoperta della riclassificazione R1 per l’inceneritore Accam (che consente di bruciare rifiuti da fuori Regione) sembra stupire anche una parte dei Comuni soci. Riceviamo e pubblichiamo, ad esempio, il comunicato di Sinistra Ecologia e Libertà di Gallarate: Sel è nella maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale, che è stata schierata su posizione nettamente contraria al revamping, ed esprime anche l’assessore all’ambiente Cinzia Colombo. Si parla di dirigenti Accam che “hanno operato in completo e consapevole contrasto del mandato ricevuto”. Un intervento che rilancia dunque la domanda: come è stato possibile che Accam scegliesse d’intraprendere una strada che pare in netto contrasto con il superamento dell’inceneritore chiesto dalla maggioranza dei soci?

Dopo la decisione di spegnere l’inceneritore da parte dei Comuni soci di ACCAM, si scopre che chi dirigeva la società attivava le procedure perché l’impianto fosse riconosciuto R1, cioè capace di ricevere rifiuti da bruciare anche oltre i Comuni del consorzio e persino da fuori regione (come vuole lo Sblocca Italia del Governo Renzi). Non solo dunque durante il processo decisionale l’ormai ex Presidente di ACCAM forniva dati e pareri palesemente a favore del revamping, ma anche lavorava per impedire la chiusura dell’inceneritore e la sua sostituzione con la fabbrica dei materiali e l’impianto per il trattamento della FORSU. Volutamente ignorando le indicazioni che davano i Comuni soci e anzi impegnandosi tenacemente in direzione opposta. Senza riferire niente, tacendo e obbedendo alle lobby dei rifiuti.


Come richiesto anche da tante associazioni e cittadini che hanno seguito con sempre maggiore competenza la questione ACCAM, da parte dei Comuni che hanno approvato lo scenario B2, cioè il superamento dell’incenerimento dei rifiuti, deve subito essere richiesto al nuovo CdA di procedere a verificare i dati forniti da ACCAM (che non tengono conto della direttiva europea 1127/2015) e a impedire che la scelta dei comuni soci venga cancellata dall’opera di dirigenti che hanno operato in completo e consapevole contrasto del mandato ricevuto.
Si tratta di difendere l’ambiente, la qualità dell’aria e della vita di chi vi abita vicino, di promuovere il riciclo dei rifiuti recuperando materie prime secondarie che sono sempre più preziose. Ma si tratta anche di difendere la democrazia, di difendere il diritto dei Comuni a decidere anche quando dirigenti ben pagati con soldi pubblici sono contrari a quelle decisioni.
Sinistra Ecologia e Libertà Gallarate

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