Caro Charlie Hebdo,
Ho condiviso il Vostro dolore che è quello di tutto il mondo ferito dall'ennesimo atto di violenza ignorante, affiggendo sulla mia pagina l'icona "Je suis Charlie”.
Purtroppo non condivido quel genere di satira che potrebbe offendere persone meno aperte e altre che la strumentalizzano per consolidare il loro potere del terrore. Credo che ci sia sempre un limite da non oltrepassare che è quello della libertà di pensiero altrui, accettando quindi i limiti della libertà di scrittura. Ciò non significa limitare la verità, ma astenersi dall'offendere. Ma siccome di satira si tratta, e in questo caso la satira può far rivoluzione, perchè non incitare il mondo interno ad acquistare ancor di più il prossimo numero di Charlie Hebdo, dove potreste dichiarare: "grazie all'incremento delle vendite Charlie ha deciso di donare l'intero ricavato del prossimo numero distribuendolo equamente tra le famiglie parigine in difficoltà, siano esse francesi o naturalizzate, di ogni credo". Potrebbe essere un modo interessante per far capire ai terroristi che i loro sforzi per incutere un clima di terrore sono veramente vani. Personalmente credo che questo potrebbe essere un modo "satirico" per sconfiggere il terrorismo. Aumentare l'odio porta solo altro odio. E non ne abbiamo proprio bisogno in questo mondo.
Anne Alexandra Bacchetta
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