Affievolita le querelle estiva delle vendite abusive lungo
le spiagge del nord Italia , con scarsi affari per tutti vista la stagione
inclemente, riesplode quella dell’accattonaggio .
Nei giorni scorsi sono apparsi sulle vetrine di supermercati
di Catania, Pordenone, Ferrara cartelli che invitavano i clienti a non
concedere alcuna elemosina ai questuanti che sostavano all’ingresso .
Ultimamente poi un sacerdote del Veneto ha affidato al foglio parrocchiale
il suggerimento di negare l’elemosina in quanto “ non è educativo “.
Personalmente ritengo che non ci possano essere alibi per un
piccolissimo aiuto a chi ne ha bisogno ,talchè nel fondo delle mie tasche sono sempre usciti uno o due euro per chi chiede l’elemosina al
semaforo o davanti al supermercato .
Soldi che non sono mai mancati per i venditori di rose o di
calze ( senza acquistarne ) incontrati
in pizzeria o nelle feste popolari .
E’ diseducativo ? Può essere , ma occorre presentare un esempio personale,diverso
, che abbia prodotto un cambiamento concreto, educativo, migliore in
queste persone .
In questo modo si alimenta il rachet degli accattoni ? Può
essere , ma se non diamo l’elemosina a queste persone chi da un pasto a loro ed
magari ai loro figli ?
Così sono incentivati a non cercare lavoro ? Ma c’è lavoro ?
C’è chi si pone queste domande e ,nel dubbio ,tira dritto .
Personalmente ritengo che fino a quando una persona chiede
la carità e ne riceve , in assenza di lavoro, non è “ tentato “ da altre
alternative per sopravvivere ,quali il furto e la rapina che, oltre al danno
per noi ,sarebbe una strada senza ritorno per poveretto .
E’ una valutazione , un discernimento che rasenta l’egoismo
: “ ti aiuto a sopravvivere ma tu non rubare “
Non so se questa valutazione darà i suoi frutti , ma tant’è .
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